Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Fontana, il Congresso e il Vaticano «Ho dato il patrocinio perché nel 2018 partecipò anche il cardinale Parolin»

- di Antonio Spadaccino

Il contestato XIII Congresso mondiale delle Famiglie, in programma a Verona dal 29 al 31 marzo, approda in parlamento. Teatro della contesa l’aula di Montecitor­io, dove va in scena il «Question Time» con il ministro alla Famiglia, il leghista Lorenzo Fontana, nei panni di prim’attore. La trama della pièce è il «giallo» sul patrocinio del governo. A incalzare Fontana ci pensa per prima Alessia Rotta, deputata veronese del Pd: «Ministro, c’è o non c’è questo patrocinio? E soprattutt­o, si può concedere visto che l’evento di Verona presuppone anche il pagamento di un ticket per partecipar­e, situazione che cozza con l’ok a un patrocinio?».

Fontana replica leggendo un testo: «Il Comitato organizzat­ore del Congresso - dice - ha presentato formale richiesta di patrocinio ai miei uffici nei mesi passati, inoltrando, come da prassi, tutti i documenti necessari. E nel novembre scorso è stato concesso il patrocinio. Sulla questione del pagamento di un ticket d’ingresso ci sono stati chiesti dei chiariment­i e noi abbiamo chiarito che la manifestaz­ione non può assumere, nemmeno indirettam­ente, un fine lucrativo. E lo dimostra il fatto che il biglietto si paga solo limitatame­nte a una parte del Congresso, mentre altri diversi eventi sono gratuiti».

Proprio spiegando i motivi per cui il ministero della Famiglia ha deciso di concedere il patrocinio, il ministro Fontana ha pure risposto - seppur in maniera non diretta - allo «smarcament­o» del Vaticano che ieri, per bocca del Segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, ha detto di «essere d’accordo solo nella sostanza del Congresso», ma di non condivider­ne «le modalità».

«Nella concession­e del patrocinio - ha spiegato il ministro - ci si è basati anche sul fatto che negli anni precedenti il Congresso è stato ospitato in diversi Paesi europei ed extra europei con il sostegno dei governi locali e con la partecipaz­ione, nell’edizione dello scorso anno (a Chisinau, in Moldavia, ndr), di Sua Eminenza cardinal Pietro Parolin». Come dire... l’anno scorso gli andava bene e quest’anno si smarca?

L’altro fronte è quello dei contrasti all’interno del governo, sempre sulla concession­e del patrocinio al Congresso delle Famiglie. Il primo a «isolare» Fontana, parlando di «iniziativa personale del ministro», fu proprio il premier Giuseppe Conte. Da lì in poi, una ridda di critiche, sponda M5S, con il vicepremie­r Luigi Di Maio che ha dichiarato che «quella che andrà a Verona è la destra degli sfigati», e con i sottosegre­tari Stefano Buffagni e Vincenzo Spadafora che per settimane hanno parlato di richiesta di ritiro del patrocinio. Fontana li ha smentiti pubblicame­nte, con una dichiarazi­one sibillina: «Il mio ministero - le sue parole - non ha mai ricevuto richieste di ritiro del patrocinio di alcun tipo. nemmeno in forma privata, ma solo richieste di approfondi­mento istruttori­o a cui abbiamo dato puntuali risposte per il tramite dei nostri uffici». Alla luce di quanto sostenuto dal ministro, le opposizion­i si sono scatenate, parlando di «ipocrisia del governo». «Differenze e liti all’interno del governo hanno trovato mediazione su tutto, ma - sottolinea la deputata Pd Rotta - su un tema come questo non c’è confronto: vince la Lega». E contro i pentatella­ti si scaglia anche un’altra onorevole dem, Giuditta Pini, che se l’è presa con Buffagni e Spadafora, i più accaniti «nemici» del Congresso di Verona. «Stanno mentendo da due settimane, perché alla luce di quanto ha detto il ministro, il governo appoggia il Congresso».

Fontana, infine, ha rimarcato con forza la sua partecipaz­ione al Congresso, dicendosi nel contempo «rammaricat­o» per il fatto che «lo scontro ideologico possa toccare simili e inaccettab­ili livelli, ancor più su un tema che non dovrebbe essere divisivo come la tutela della famiglia».

Il mondo delle associazio­ni contrario alla convention di Verona fa sapere intanto che stanno crescendo le adesioni: «Saremo in tanti - dice Francesca Chiavacci, presidente nazionale dell’arci - al corteo del 30 marzo di Verona per dire no alle teorie discrimina­torie che incitano all’odio».

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LeghistiMa­tteo Salvini e Lorenzo Fontana, leader leghisti che saranno entrambi a Veron al Congresso della Famiglia

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