Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Neonato morto per gli scossoni La mamma andrà a processo

Baby shaking, a febbraio 2016 il ricovero del bimbo di 9 mesi dopo una caduta

- Antonio Andreotti

La moldava Ana Plamadeala dovrà difendersi a processo dall’accusa di baby shaking, ovvero di aver maltrattat­o il suo figlio Daniel di pochi mesi fino a causarne il decesso avvenuto nel febbraio 2016. La 29enne straniera ieri è stata rinvia a giudizio, ed il processo davanti alla Corte d’assise inizia il prossimo 8 novembre. L’avvocato difensore, Elena Gagliardo, anticipa che punterà sulla «lacunosità degli elementi raccolti dall’accusa per ipotizzare un reato del genere». La pesante contestazi­one prevede la reclusione da 12 a 24 anni. La vicenda prende avvio dopo un incidente domestico avvenuto la sera del 23 gennaio 2016 attorno alle 18 a Rovigo. Cadendo sul pavimento il piccolo Daniel, allora di soli nove mesi, batté con forza la testa e perse conoscenza. A chiamare i soccorsi del 118 fu la mamma, in quel momento l’unica presente in casa. La donna scese in strada col figlio in braccio, e lo affidò alle cure dei sanitari.

Sul perché il neonato rimase vittima di quell’incidente ci sono due versioni: o cadde dal seggiolone oppure si rovesciò addosso una sedia. Le condizioni di Daniel apparvero molto serie agli infermieri, che decisero di intubare il piccolo sul posto. Immediato il trasporto a sirene spiegate all’ospedale «Santa Maria della misericord­ia» di Rovigo e, all’alba della mattina seguente, Daniel venne trasferito a Terapia intensiva neonatale a Padova.

Dopo 13 interminab­ili giorni di sofferenza, il neonato morì il 5 febbraio al nosocomio patavino. La procura rodigina aprì un fascicolo per omicidio volontario a carico dei due genitori in concorso. A fine 2016 arrivò la riqualific­azione, sempre a carico dei due genitori in concorso, da omicidio volontario a maltrattam­enti in famiglia dai quali deriva un decesso. Una riqualific­azione arrivata dopo una consulenza medico-legale commission­ata dal pm Davide Nalin (poi sospeso dalle funzioni e dallo stipendio nel dicembre 2017 dal Csm a causa del sexy gate della scuola di formazione per magistrati), da cui emergerebb­ero ripetuti e precedenti episodi di scuotiment­o del neonato. Arrivato al pm rodigino Maria Giulia Rizzo, il fascicolo è stato chiuso solo per la madre e con l’uscita di scena del padre di Daniel.

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