Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Tav veneta, le imprese: Roma ci blocca
Nel mirino il dicastero di Toninelli. Sulla Verona-padova progetti fermi fra ministero e Cipe
Tav veneta «sbloccata»? Non ce n’è bisogno, fanno sapere dal ministero alle Infrastrutture e trasporti, «perché non è mai stata bloccata». Le imprese del consorzio Cepav 2, però, la vedono diversamente e attaccano: «Sulla Brescia-verona è stato eseguito solo il 20% degli espropri e a macchia di leopardo. Il resto è in capo a Rfi ma dal dicastero guidato da Toninelli non arriva il via libera». Un ostruzionismo di fatto, quindi.
«Per quanto concerne la Brescia-verona, permane una situazione di stallo». A parlare è Corrado Bianchi, amministratore delegato di Impresa Pizzarotti Italia, il «pezzo» più importante del Consorzio Cepav 2 che ha in mano, da quasi un anno, un contratto firmato per la realizzazione della linea Alta Velocità/alta Capacità fra Brescia e Verona. Insomma, il primo vagito di quella «Tav veneta», parte del corridoio Mediterraneo, che vive da mesi sospesa in un limbo di non detto. In teoria, però, nulla impedisce Cepav 2 a posare la prima traversina. E dal Mit, fanno sapere che la tratta veneta nulla a che a spartire con lo «Sblocca cantieri» perché «non essendo mai stata bloccata» non può essere naturalmente «sbloccata». Eppure in quel di Lonato del Garda, nel Bresciano, non si è ancora allestito il cantiere. Perché? Perché, rispondono le imprese, esiste una sorta di ostruzionismo sotto traccia da parte del titolare del dicastero alle Infrastrutture e Trasporti, Danilo Toninelli. In che modo? Rallentando il via libera a Rfi che deve smaltire il corposo capitolo degli espropri. «Rfi avrebbe dovuto provvedere alla sottoscrizione dei decreti di esproprio ma, ad oggi, - continua Corrado Bianchi - nonostante le pratiche amministrative siano disponibili fin da agosto 2018 ciò non è avvenuto. Alcune aree del tracciato ferroviario - circa il 20% sul totale - sono state acquisite attraverso accordi bonari. Si tratta però di terreni distribuiti a macchia di leopardo, su un’area estesa per quasi 50 chilometri, che non ci consentono di avviare i lavori in campo». Niente «lavori in campo», dunque. E un ritardo stimato in almeno sette mesi. Rfi non commenta (pesa quel «qualsiasi avanzamento non autorizzato sarà considerato un atto ostile» scandito da Toninelli lo scorso anno) ma ricorda che il general contractor «sta ultimando la fase progettuale». Il dato di fatto, però, è che gli espropri sono fermi. E il tassametro delle infrastrutture, penali incluse, continua a scorrere. Su tutto, continua ad aleggiare l’altro mantra del Mit a trazione pentastellata:
De Berti A inizio aprile, con la collega lombarda, da Rfi per la Tav veneta
l’analisi costi-benefici. Alla fine, pare di capire che al professor Marco Ponti, trasportista di fiducia di Toninelli, sia stata affidata anche quest’incombenza, lato veneto. Di più, dal Mit, fanno sapere che l’analisi veneta è pronta ma «non ancora pubblicata». Ponti, da parte sua, conferma che il lavoro l’ha terminato ma non ne può parlare. In definitiva, l’unica tratta a un passo dai cantieri è cruciale vista l’intersezione con l’altro corridoio europeo, lo Scandinavo, quello che punta al tunnel di base del Brennero, la Bresciaverona. E il resto del lungo cammino fino a Padova? Sul nodo Verona, il ministero non ha ancora sottoposto il progetto preliminare al Cipe; sulla Verona-vicenza è stato approvato al Cipe nel 2017 il progetto definitivo. Il nodo Vicenza è andato in Consiglio superiore dei lavori pubblici a gennaio scorso ma il Mit non ha ancora sottoposto al Cipe il progetto preliminare. Dulcis in fundo, manca completamente la progettazione della Vicenza-padova. L’unica speranza è che il dossier Ponti sia favorevole. Di certo, però, ancora nulla. Al punto che l’assessore regionale alle Infrastrutture, Elisa De Berti, insieme alla collega lombarda, Claudia Maria Terzi hanno già preso appuntamento, non celando il piglio deciso, con i vertici di Rfi per il primo di aprile. Per ottenere una risposta chiara sul piccolo Vietnam della Tav veneta. Mai bloccata formalmente. Di fatto, ferma.