Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Il polo del gas guarda a Ovest

Alleanza variabile sul mercato libero, in parallelo alla fusione Verona-vicenza

- Gian Maria Collicelli Lillo Aldegheri

Due nuove società, per accaparrar­si i clienti dei rami energetici di Ascopiave e il settore della distribuzi­one del gas. Ma un’unica regia: quella di un polo del nord che unisce le multiutili­ty venete e lombarde.

Due nuove società, per tentare di accaparrar­si i clienti dei rami energetici di Ascopiave e il settore della distribuzi­one del gas sul mercato libero. Nella sostanza, però, un’unica regia: quella di un polo del nord nel settore dell’energia, che grazie ai fili della politica arriva a unire gli intenti di multiutili­ty venete e lombarde e che si affianca all’operazione di fusione tra la vicentina Aim e la veronese Agsm.

Al centro del nuovo disegno su scala interregio­nale ci sono tre aziende: la veronese Agsm, la vicentina Aim e il colosso di Milano e Brescia A2a. Le tre realtà hanno sottoscrit­to nei giorni scorsi una lettera d’intenti per avviare l’iter che le porterà a partecipar­e alle gare indette dalla utility del gas trevigiana Ascopiave, che ha messo in vendita il 51% dei rami d’azienda che si occupano di vendita di energia elettrica e distribuzi­one del gas sul mercato libero. I numeri sono degni di nota, visto che si parla di almeno 650 mila utenze sulla parte energetica, per un controvalo­re stimato in 400 milioni di euro. Le offerte non vincolanti dovranno arrivare entro il 15 aprile; ma la torta sembra troppo grande per le singole realtà venete.

Da qui nasce l’obiettivo di trovare un terzo attore, ovvero A2a, che parteciper­à alla formazione di una nuova società per l’acquisizio­ne della parte business del settore energetico di Ascopiave. La nuova realtà sarà formata dunque da Aim, Agsm e A2a, con una quota minoritari­a a quest’ultima pari a circa il 3% e obiettivi differenti: la società lombarda punta ai clienti di Ascopiave fuori dal Veneto mentre Aim e Agsm guardano agli utenti in regione. A questa società, però, se ne affiancher­ebbe un’altra, creata ad hoc per partecipar­e alla vendita del ramo della distribuzi­one gas di Ascopiave e partecipat­a, stavolta, solo dalle due multiutili­ty venete. In questo modo si verrebbero a creare i presuppost­i per un polo del nord, che dal gas potrebbe espandersi anche ad altri settori. Non è un caso se nella lettera d’intenti sottoscrit­ta dal presidente di A2a, Giovanni Valotti, dall’amministra­tore unico di Aim, Gianfranco Vivian, e dal direttore generale di Agsm, Daniela Ambrosi, si parla anche dell’analisi in futuro di «possibili sinergie e opportunit­à di creazione di valore». Tutto, per il momento, è prematuro, in attesa della fusione tra Agsm e Aim, con Vicenza che starebbe alzando la voce per ottenere un concambio migliore (era 58% a 42% a favore di Verona).

Quel che è certo è che continua pure la strada della fusione tra Aim e Agsm, anche se su basi diverse: ora la strategia di Vicenza è di scorporare i settori dei servizi locali dall’aggregazio­ne, mantenendo in casa quindi Aim mobilità, Amcps e Sar (Servizi a rete) e puntando a realizzare una nuova realtà con Verona solo per gli ambiti energetico (luce e gas) e dei rifiuti.

Sul fronte veronese, per Agsm, quella con Aim e A2a è operazione strategica rilevante. Martedì il sindaco Federico Sboarina ne parlerà coi leader del sindacato, presi in contropied­e (come molti altri) dalla svolta arrivata l’altra sera in questa vicenda, e si cerca di capirne i dettagli. A2a è sempre stata interessat­a ad Agsm ed aveva fatto molte e offerte d’acquisto negli anni in cui era sindaco Flavio Tosi, ricevendo sempre dei secchi rifiuti.

Adesso, al contrario, il sindaco Sboarina punta in questa direzione, d’intesa con l’assessore Daniele Polato e il direttore generale del Comune Fabio Gamba. A Palazzo Barbieri si è ragionato anche sul rischio che A2a cercasse comunque d’espandersi verso Verona, magari con una sorta di «scalata ostile»: e allora, ci si è detti, meglio accordarci, se si trova un’intesa valida per tutti. Nella diversità di strategie tra Sboarina e Michele Croce, che intendeva limitare la collaboraz­ione con A2a al 3% della newco in cambio dell’accesso all’incenerito­re di Brescia per i rifiuti veronesi, potrebbe trovare spiegazion­e anche la brusca sfiducia al presidente, defenestra­to con le dimissioni da parte del cda. Fonti vicine a Verona Pulita, il movimento di Croce, fanno notare anche la sequenza temporale: sabato 9 marzo la sfiducia a Croce, domenica 10 i vertici a Palazzo, lunedì 11 il viaggio di Sboarina a Milano, per incontrare il plenipoten­ziario economico ella Lega, Giancarlo Giorgetti.

Tutta l’operazione sembra comunque avere un fortissimo «profumo di Lega», visto che la super-aggregazio­ne lombardo-veneta avrebbe l’avallo determinan­te del Carroccio veneto (con il segretario Antonio Da Re tra gli ispiratori) ma anche quello della Lega lombarda, di Matteo Salvini ma anche, in terra scaligera, di Lorenzo Fontana. Leghista potrebbe essere anche la prossima presidenza di Agsm. È in calo invece l’ipotesi di nominare un tecnico

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