Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
«Papà morì, non mi esprimevo più Ora sarò ai Mondiali della parola»
Francesca è campionessa italiana di public speaking. A Londra la finale
«La mia storia dimostra che si possono superare i momenti bui. Basta trovare la forza dentro se stessi e imparare a chiedere aiuto, fidandosi delle persone che ci vogliono bene».
E la storia di Francesca Zausa è quella di una ragazza che vive a Brendola, in provincia di Vicenza, e che da grande sogna di fare la mediatrice linguistica. Ha diciotto anni e qualche giorno fa è stata incoronata campionessa italiana di public speaking, che è l’arte dell’oratoria, l’abilità di comunicare davanti a una platea. Le scuole anglosassoni ne fanno da sempre un cavallo di battaglia dei loro piani formativi, e anche in Italia sta prendendo piede al punto che nei giorni scorsi, a Genova, si sono disputati i campionati italiani organizzati dalla English-speaking Union, l’organizzazione no-profit che ha sedi sparse in tutto il mondo. Ciascun concorrente doveva preparare un discorso (in lingua inglese) di cinque minuti sul tema «La Natura è un linguaggio comune». E una giuria avrebbe valutato la padronanza di linguaggio, oltre all’originalità dei contenuti.
Francesca, che frequenta il quarto anno all’istituto tecnico Piovene di Vicenza (segue l’indirizzo Relazioni Internazionali per il Marketing), ha battuto gli altri studenti arrivati da ogni parte d’italia, e quindi rappresenterà il nostro Paese ai mondiali di public speaking che si terranno a Londra dal 13 al 17 maggio. Dovrà vedersela con i concorrenti provenienti da cinquanta Stati.
«Qualche mese fa la professoressa d’inglese della mia scuola, durante un corso ha proposto a tutti di iscriversi alla competizione. Ho subito deciso di partecipare. Mi sono detta che i campionati nazionali di public speaking erano l’occasione perfetta per mettere insieme le due cose che mi piacciono di più: l’inglese è la mia lingua preferita, tra quelle che studio; inoltre, l’idea di parlare davanti a un pubblico mi entusiasma, anche perché da bambina ho frequentato per molti anni un corso di teatro».
Ma non è sempre stato così facile. Sembra incredibile ma, nella vita di questa diciottenne vicentina che ora si prepara a guerreggiare (a parole) con coetanei da tutto il mondo, c’è stato un periodo in cui non riusciva a esprimere le sue emozioni. Proprio lei, che ora freme per parlare di fronte a un pubblico, si era completamente isolata.
«Il mio papà è morto nel 2012, per una malattia», ricorda. «Ovviamente è stato un periodo molto difficile per me e la mia famiglia. Avevo dodici anni, ero piccola, ed esprimere i propri sentimenti non è mai facile, figuriamoci in una situazione emotiva così complessa. È in quel momento che mi sono chiusa in me stessa...».
Adesso Francesca parla di quella situazione di disagio con la serenità di chi ha saputo superarla. Ma non è stato facile. «Quando è morto papà, mi sono trovata di fronte a un muro che inizialmente sembrava davvero insormontabile e che mi divideva dalle altre persone. Era come se non riuscissi più ad aprirmi, a comunicare i miei pensieri e le mie difficoltà a chi mi stava accanto».
Tra quella dodicenne introversa e la diciottenne spigliata di oggi, c’è un abisso. «Ho superato quel momento difficile grazie all’aiuto della mia famiglia, agli amici e alla lettura: ho sempre amato i libri».
Ai campionati nazionali ha battuto i coetanei preparando un discorso «sulla natura umana che, per quanto ciascuno di noi sia diverso dagli altri, è essa stessa un linguaggio comune».
Ora dovrà esercitarsi in vista dalla finale di Londra. Ma in fondo, comunque andrà a finire, Francesca la sua sfida l’ha già vinta.