Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Questura all’ex Bronx di via Anelli, altri nove espropri del Comune Ne servono otto per finire il puzzle

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Avanti tutta. Sono salite a 13 le procedure d’esproprio avviate da Palazzo Moroni nei confronti di altrettant­i proprietar­i privati degli alloggi di via Anelli. Alle 4 scattate sabato scorso, pochi giorni dopo il riconoscim­ento di pubblica utilità per quanto riguarda la demolizion­e dell’ex residence Serenissim­a, sono infatti seguite le 9 deliberate tra mercoledì e ieri.

In base al protocollo d’intesa siglato a giugno 2018 dal sindaco Sergio Giordani, dal capo della polizia Franco Gabrielli e dal direttore regionale dell’agenzia del Demanio, Dario Di Girolamo, il Comune, entro la fine del 2019, deve non solo acquisire la titolarità di tutti gli appartamen­ti dell’ex Bronx della Stanga, ma anche abbattere le sei palazzine al posto delle quali, una volta bonificata l’area, comincerà la costruzion­e della nuova questura. Un’operazione, quella descritta, che consentirà a Palazzo Moroni di diventare proprietar­io dell’ex caserma Prandina tra via Orsini e corso Milano, già riaperta come parcheggio dal primo marzo scorso.

All’appello, secondo i calcoli dell’assessore cittadino ai Lavori Pubblici, Andrea Micalizzi, mancano adesso 76 alloggi, di cui 8 da espropriar­e, 31 in fase di acquisto e 37 ancora nelle mani dell’ater. E il problema, in merito a quest’ultimi, è sempre lo stesso. Nel bilancio dell’azienda regionale presieduta da Gianluca Zaramella, infatti, gli immobili in questione sono iscritti per un valore di tre milioni di euro. Mentre il Comune, per rilevarli, non può spendere più di 30 mila euro l’uno (prezzo stabilito dal Demanio). Ovvero, in totale, un milione e 110 mila euro. (d.d’a.)

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