Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Bo, approdo in Fiera da 15 milioni Ma c’è la clausola anti-amianto
Scuola di Ingegneria, dopo l’estate l’intesa. Rischio inquinanti nel sottosuolo: l’ateneo si tutela
Il futuro è adesso. Dopo una «privatizzazione» durata 14 anni, la Fiera di Padova si appresta a tornare davvero in mani pubbliche.
Intendendo davvero come in maniera concreta. Le stagioni targate Gl Events e Geo, infatti, sono acqua passata. Ma, in effetti, la gestione di nuovo direttamente in capo a Comune, Camera di Commercio e Provincia deve ancora partire. Se non altro perché, ancora per tre settimane, l’area di via Tommaseo sarà occupata dal Pride Village. Poi però, dal 26 al 28 settembre con Flormart e soprattutto dal 24 al 27 ottobre con Auto e Moto d’epoca, si comincerà a fare sul serio.
Ma, come noto, il nuovo corso della Fiera non sarà soltanto di carattere espositivo, dato che, nelle intenzioni del presidente Antonio Santocono (che ricopre lo stesso ruolo nell’istituto camerale) si dovrà puntare molto sul cosiddetto Hub dell’innovazione. Cioè un «contenitore» extrafieristico formato dal centro congressi, dal Competence Center, dal nuovo quartier generale del Parco Scientifico e Tecnologico Galileo e, ultima ma non ultima, dalla nuova sede della Scuola d’ingegneria dell’università. E proprio in merito a quest’ultima, che il Bo si è impegnato a finanziare con 15 milioni di euro, va registrata un’importante novità. La bozza del protocollo d’intesa propedeutico alla realizzazione dell’opera, che subito dopo l’estate dovrà essere sottoscritto dal già citato Santocono, dal sindaco Sergio Giordani, dal presidente della Provincia, Fabio Bui, e dal rettore di via VIII Febbraio, Rosario Rizzuto, è di recente stata modificata con un passaggio non di poco conto. Nel documento, infatti, si legge che l’università, intenzionata ad abbattere e ricostruire il padiglione 2 per dare posto ad aule e laboratori per circa tremila studenti, potrà recedere senza oneri dall’accordo qualora il sottosuolo dell’area risultasse inquinato come quello del centro congressi (dove sono state rinvenute più di quattromila tonnellate di amianto) e fosse quindi necessario un costoso intervento di bonifica tale da superare la spesa massima prevista di
15 milioni di euro.
Insomma, un’accortezza che il rettore Rizzuto ha voluto preventivamente mettere nero su bianco per evitare, in futuro, brutte sorprese. A tal punto che, già nelle prossime settimane, verranno effettuate alcune indagini preliminari sotto il padiglione 2 per poi, se ce ne fosse bisogno, approfondire il tutto con veri e propri scavi. D’altronde, il precedente del centro congressi non fa certo stare tranquilli.
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