Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Schiavonia, accuse al piano ferie Cisl: «Troppi pazienti da seguire, infermieri e ausiliari al collasso»
Lettera del sindacato, l’azienda risponde: «Disagi ma limitati»
E’ un problema che si ripete ogni estate, quello della diminuzione dei posti letto per far fronte alle esigenze di ferie del personale infermieristico, tuttavia non si intravede soluzione all’orizzonte se non quella di far leva sulla buona volontà e sullo spirito di sacrificio degli infermieri e degli operatori socio sanitari, i quali a loro volta però non possono fare a meno denunciare la situazione. A sollevare il caso nel periodo di Ferragosto è stata la Cisl fp, che con un comunicato ha descritto la situazione che appare al limite del collasso nell’ospedale di Schiavonia, dove viene denunciato un piano ferie incapace di dare risposte efficaci alle esigenze dei cittadini, soprattutto quelli più anziani.
Se da un lato si tagliano i servizi (-39 posti letto nell’ospedale della Bassa Padovana) dall’altro si fa fronte all’emergenza «parcheggiando» i malati, spesso anziani bisognosi di monitoraggi per uno o due giorni, in altri reparti. L’usl dal canto suo risponde che le esigenze erano state previste e che i disagi riguardano un periodo limitato nel tempo. Nessuno nega quindi che ci siano difficoltà. Sottolinea il sindacato che in situazioni di stress in cui il personale infermieristico si ritrova a dover seguire due o tre pazienti in reparto in più rispetto a quelli previsti, c’è il rischio di errori che possono avere effetti devastanti e che espongono il personale a lunghe cause risarcitorie.
«Ogni anno ad aprile presentiamo il piano ferie dell’ospedale – spiega Alessandro Piovan, Cisl Fp – la Usl ha due opzioni, o assume personale a tempo determinato per coprire le ferie oppure riduce i posti letto. Quest’anno, come gli anni passati, si è deciso per un taglio di posti letto, 39 in tutto nel presidio ospedaliero di Schiavonia, che si sommano coi 4 di Conselve e i 18 a Montagnana. Ma il problema così non si risolve perché ogni giorno ci sono i cosiddetti due o tre «letti bis», postazioni provvisorie per pazienti che arrivano dal pronto soccorso, che non hanno bisogno di cure specifiche ma che debbono rimanere in osservazione almeno un paio di giorni prima delle dimissioni. Da un lato si riducono i posti letto, dall’altro si aggiungono letti bis: il risultato, ossia il sovraccarico degli infermieri, talvolta richiamati anche dalle ferie, resta invariato».
Il problema rischia di acuirsi soprattutto di notte, quando in reparto ci sono solo due infermieri e un operatore socio sanitario. «Se in due devono andare a portare un paziente alla tac, a sorvegliare fino a 22 o 23 degenti resta una persona sola, una situazione davvero difficile nel caso dovesse accadere un’emergenza, il tutto nella speranza che gli infermieri e gli operatori socio sanitari stiano sempre bene che non ci sia qualcuno che si ammala. Ciò significherebbe rimodulare l’orario di lavoro facendo saltare riposi, con gravi ricadute sulla vita familiare dei lavoratori».