Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
ERGASTOLO OSTATIVO E SADISMI
Dalla conferma da parte della Corte Europea per i Diritti Umani della condanna all’italia per il persistere dell’ergastolo ostativo, il dibattito si è fatto più polemico e incandescente. L’ergastolo è di per sé una condanna che alcuni paragonano a una prolungata pena di morte, ma quello ostativo (che «osta», cioè si oppone a qualsiasi modifica) è molto degradante, perché vìola la dignità della persona, sia pur rea de terribili delitti come quelli di mafia e terrorismo, e potrebbe essere considerato incostituzionale (su questo si esprimerà la Consulta), perché il carcere ha lo scopo di una possibile redenzione del colpevole e non solo quello afflittivo.
Di fatto, chi è condannato a questo tipo di ergastolo, nato come misura eccezionale dopo le grandi stragi mafiose ma divenuto permanente, non può usufruire di alcun beneficio penitenziario (permessi, semilibertà, affidamento ai servizi sociali…).
È invece murato vivo, col destino di essere per sempre una sorta di bestia chiusa in gabbia, a «marcire in cella», come auspicano alcuni nostri politici e i loro seguaci. Anche se fosse vittima di un errore giudiziario e perciò si dichiarasse innocente. È possibile? Magari raro, ma possibile sì, com’è stato possibile, in America, che siano stati condannati alla pena capitale Sacco e Vanzetti, e non solo loro.
È comunque importante sentire le vive voci dei condannati.