Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Più agenti che manifestanti alla protesta del Gramigna
Slogan duri ma nessun incidente al corteo delle polemiche in centro
«Contro i padroni delle città apriamo spazi di libertà». Si è aperto con questo striscione ieri pomeriggio il corteo del Cpo Gramigna contro lo sgombero dello stabile dell’ex torrefazione Vescovi, avvenuto domenica scorsa. I giovani, circa una sessantina, sono partiti dal piazzale dello stabilimento Vescovi tra via Vicenza e via Volturno, e attraverso corso Milano e via Patriarcato sono arrivati in piazza dei Signori. Come sempre, almeno negli ultimi tempi, imponente è stato il servizio d’ordine predisposto dalla polizia: una sessantina di agenti, tanti quanti i manifestanti, oltre a una decina di vigili urbani che hanno bloccato il traffico al passaggio del corteo.
I giovani del Gramigna, che poi sono gli stessi della Marzolo Occupata e del Movimento della lotta per la casa, hanno gridato i loro slogan contro gli sgomberi, gli affitti-rapina (a loro dire) delle case Ater, le nomine politiche degli enti che dovrebbero gestire il bene pubblico, la mancanza di trasparenza sulle liste di accesso agli appartamenti. «La nuova legge di Zaia ha alzato gli affitti in modo tale che per i pensionati è impossibile avere una casa – ha urlato Alessia dall’altoparlante durante il corteo, che per qualche minuto ha sostato davanti alla sede Ater che si affaccia alla rotatoria di corso Milano – per noi non ci sono spazi, il Comune lascia che al posto della Vescovi, di cui tutti si erano dimenticati prima della nostra occupazione, nascano due ristoranti, e intanto mancano asili, doposcuola gratuiti per famiglie in difficoltà e spazi per noi giovani». E la lotta sugli «spazi» che il Gramigna vuole prendersi si è giocata anche negli ultimi giorni in una trattativa tra la questura e i negozianti del centro, rappresentati dall’acc, «esasperati dalle continue manifestazioni del sabato» che scoraggiano i clienti e che minacciano gli incassi di giornata. E in seguito alla petizione dei negozianti, si è giunti al compromesso di far deviare il corteo in riviera San Benedetto, evitando alcuni punti sensibili per lo shopping.
A marciare con la polizia che teneva d’occhio i manifestanti anche la consigliera leghista Vanda Pellizzari: «Sono stata io a raccogliere le firme», rivendicava orgogliosa mentre anche contro i commercianti volavano gli strali degli ragazzi del Gramigna. Ma lei continuava: «Sono venuta a controllare che vengano rispettate le regole». A dire il vero erano i poliziotti i più preoccupati che le potesse accadere qualcosa, e le hanno pertanto consigliato di mettersi da parte. Durante la manifestazione ha fatto capolino anche il questore Paolo Fassari, tuttavia nessuno ha disobbedito alle prescrizioni della questura. Nemmeno l’insegnante Maria Giachi, presente ieri in corteo, denunciata e al centro delle cronache per gli scontri del marzo scorso e per le polemiche sul suo ruolo di insegnante e contestatrice. La manifestazione si è conclusa in Piazza dei Signori: finale altrettanto tranquillo.