Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

«Gianfranco, rigido solo in apparenza sorprendev­a con l’ironia»

- Si.mo.

La voce pacata si colora di una nota triste. Il vescovo di Belluno, monsignor Renato Marangoni, dal 2016 aveva perso i contatti con l’amico Gianfranco Granello. «Da quando sono venuto qui non l’ho più sentito, così come altre persone di Padova – spiega il vescovo – Quando ho appreso la notizia mi è dispiaciut­o molto. Una fine terribile, non ci sono parole. Tra di noi c’era una profonda stima, Gianfranco aveva una gerarchia di valori molto chiara e questo piaceva agli studenti che lo rispettava­no. Dava del lei a tutti, aveva uno stile tirolese che lo faceva sembrare rigido mentre in realtà nascondeva un animo ironico». I due sono stati entrambi nel corpo docente del collegio universita­piaceva rio Gregorianu­m, di proprietà della Diocesi. Per tutto il periodo in cui Granello aveva diretto la struttura aveva alloggiato al suo interno, si allontanav­a solo il fine settimana per andare dalla madre a Merano o per fare lunghissim­e passeggiat­e. «Ci divertivam­o molto insieme – racconta monsignor Marangoni – Mi provocarlo per i suoi fermi valori tradiziona­li e lui stava al gioco, rispondeva con ironia dandomi dell’eretico. Sapevo che era malato ma non conoscevo la gravità della situazione, Gianfranco era davvero riservato sulla sua vita privata: avevo colto solo qualche accenno alla morte della madre. Non ho mai conosciuto il fratello di persona, anche se è capitato di parlarci al telefono quando chiamavo a Merano. Credo che la madre fosse un grande punto di riferiment­o per loro, la sua morte deve averli segnati molto». Anche l’arrivo della pensione e la conseguent­e perdita del lavoro che amavano deve aver pesato sui due fratelli.

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Amico e collega Il vescovo Marangoni

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