Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Fallito il Consorzio Aia, un «buco» per Adria e altri quattro Comuni
Area industriale, oltre un milione di euro da accantonare nei bilanci
I soldi per ripianare il debito da 1,163 milioni sono accantonati. Ma restano i grattacapi per i cinque Comuni di Adria, Ariano, Loreo, Papozze e Rosolina soci del Consorzio Aia (Area industriale attrezzata) di Adria e Loreo, dichiarato fallito dopo 41 anni di vita. Carnefice la banca Intesa San Paolo, creditrice di 547.000 euro.
Il patrimonio immobiliare dell’ente consortile, 9,5 ettari di terreno, ha un valore di mercato superiore di circa 70.000 euro al debito. A sostenerlo è Paolo Turra, il consulente tecnico del collegio di giudici. Ma, come sottolineato dai magistrati che hanno decretato il fallimento, qualora la vendita dei terreni fruttasse di meno si creerebbe l’insolvenza. Inoltre la vendita degli ettari dovrebbe essere rapida perché, già a dicembre 2020, gli interessi passivi avrebbero eroso i teorici 70.000 euro di attivo (contando che la vendita non dia ricavi inferiori a quelli individuati dal consulente) arrivando a un’esposizione di 28.000 euro.
E questa prospettiva, ovvero che il debito possa aumentare a causa della vendita a prezzi inferiori dei terreni rispetto a quanto ipotizzato dal consulente Turra, a preoccupare i sindaci soci dell’ente.
Il primo cittadino di Adria, Omar Barbierato, Comune che ha il 50% delle quote del Consorzio e che nella scorsa amministrazione guidata da Massimo Barbujani ha accantonato 500.000 euro, chiarisce che «il nostro dovere come amministrazione è quello di salvaguardare la città e i cittadini».
Per il capogruppo Pd di Adria, Gino Spinello «non va dimenticato che senza il Consorzio Aia non si sarebbero potuti insediare le nuove Cartiere del Polesine e l’autodromo. Hanno fatto il resto l’illusione del rilancio dell’ente, le promesse vane della Regione per dare fiato ad Adria, l’ingenuità e dabbenaggine dell’ultima generazione che ha gestito il Consorzio».
Duro con la gestione Aia anche il sindaco di Loreo Moreno Gasparini, costretto ad accantonare 120.000 euro avendo l’11 per cento di quote. «Sempre mancata — spiega — dalla nascita dell’ente in poi, una visione imprenditoriale alla classe politica che ha amministrato l’aia».
Il Consorzio Aia è nato nel 1978 dalla partecipazione di cinque Comuni del Delta, capofila Adria. L’obiettivo era realizzare opere di urbanizzazione, creando un’area industriale attrezzata da cedere a imprese medio-grandi. Ora l’aia ospita l’autodromo, le Cartiere del Polesine, «Novamont» e «Adriatica Spa» che produce fertilizzanti.