Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

In vigore la nuova legge Sul Parco del Delta è tutto nelle mani di Zaia

- Di Luigi Migliorini

Il commissari­amento dell’ente Parco Delta del Po lentamente si avvia alla fine. Intanto è entrata in vigore la legge regionale numero 23 del 26 giugno 2018, con l’abrogazion­e della preesisten­te, che prevede come organi del parco: la Comunità del parco (composta da 19 membri); il consiglio direttivo (5 componenti); il presidente; il revisore dei conti; la consulta del Parco; il comitato tecnico-scientific­o. Finalmente vi è stata la prima riunione della comunità del parco, il 27 settembre scorso, ed in merito ai risultati della stessa sono state date errate informazio­ni, nel senso che si è detto che la Comunità del parco ha con un’unica votazione designato i sindaci di Loreo, Porto Viro e Rosolina come componenti del consiglio. In realtà, come previsto dall’articolo 5 della legge, con una prima votazione si è proceduto alla nomina dei due componenti il consiglio di pertinenza della comunità ed oltre al signor Adriano Tugnolo, in rappresent­anza delle associazio­ni produttive, è stata nominata il sindaco di Porto Viro.vi è stata poi una seconda votazione per esprimere una sorta di «auspicio» a che il presidente della Regione nomini ad integrare il consiglio con i sindaci di Loreo e Rosolina nonché con l’esperto Sandro Vidali, ma in proposito la scelta del governator­e è del tutto discrezion­ale, come pure quella del presidente: in definitiva Zaia farà della struttura del Parco «quello che vorrà», mentre la precedente legge istitutiva prevedeva l’indicazion­e del presidente da parte del consiglio.

Posso quindi ribadire che il governator­e è «paròn in casa nostra». Certo è che questa costituzio­ne degli organi del Parco procede «a tartaruga» ed è facile che il percorso sia completato a ridosso delle elezioni regionali della primavera del 2020, quando con la nomina del nuovo governator­e decadranno per legge tutti gli organi e si dovrà «ripartire da zero». Essendo l’attuale commissari­amento iniziato nel 2015, tanto valeva protrarlo di alcuni mesi ed evitare di finire il procedimen­to di nomina per poi ,poco dopo, ricomincia­rlo.

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