Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Condannato a 4 anni l’uomo che da ubriaco mutilò un bimbo

Marostica, quattro anni di carcere al muratore che travolse un bimbo amputandog­li la gamba I genitori: «Delusi, speravamo in una pena più severa». Una telefonata dalla mamma di Bebe Vio

- Priante

Quando il giudice s’è pronunciat­o, Pietro Dal Santo ha guardato il suo avvocato sussurrand­o: «È andata bene?». Sì, gli è andata bene: alla fine, grazie allo sconto di pena (previsto dal rito abbreviato) se l’è cavata con una condanna a quattro anni e due mesi di carcere. Il pubblico ministero Barbara De Munari aveva chiesto per lui una pena monstre di otto anni e otto mesi. E allora è probabile che nelle prossime settimane la procura di Vicenza faccia ricorso, nella speranza di ottenere una sentenza più severa.

D’altronde, le accuse rivolte a questo muratore vicentino di 58 anni erano pensanti. Nel tardo pomeriggio dell’8 marzo, a Marostica, era al volante di un camioncino, ubriaco fradicio, e stava fuggendo a un posto di blocco della polizia locale. Una corsa allucinata, finita nel modo peggiore: il furgone ha travolto una mamma che stava passeggian­do con il suo bimbo di 14 mesi nel passeggino. «Ho visto Thiago a terra», aveva raccontato Raiza al Corriere del Veneto. «Mi sono trascinata fino a lui, volevo prenderlo in braccio ma una donna mi ha detto di non toccarlo, di lasciar fare ai medici. Subito dopo è arrivato un vigile. Ricordo di averlo sentito parlare al telefono e dire: “Il bimbo ha la gamba mutilata”. L’ho saputo così».

L’impatto con il camion ha strappato l’arto del piccolo che - dopo diversi interventi e una lunga riabilitaz­ione - proprio in queste settimane sta imparando a camminare grazie a una piccola protesi.

Ieri, Raiza e suo marito Elidon hanno voluto essere presenti in tribunale. A pochi metri (accompagna­to dal parroco), c’era Pietro Dal Santo che dopo alcuni mesi in carcere ora si trova agli arresti domiciliar­i. «Non cercano vendetta, ma hanno bisogno di credere nella giustizia», ha detto il loro avvocato, Giuseppe Padovan.

Nei mesi scorsi, tante persone hanno fatto sentire la propria solidariet­à a questa famiglia di Marostica. Raiza ha ricevuto anche la telefonata di Teresa, la madre di Bebe Vio, che le ha parlato «da mamma a mamma», dandole anche dei consigli per affrontare le conseguenz­e di quell’incidente che segnerà per sempre la vita del suo bambino.

Ieri, alla lettura della sentenza, Elidon e sua moglie non hanno nascosto la loro delusione. «Ci aspettavam­o una pena più severa. Speriamo almeno di non trovarcelo davanti, un giorno». L’avvocato Padovan allarga le braccia: «Attendiamo di leggere le motivazion­i, ma le sentenze si rispettano. Poi, è naturale che nessuna condanna avrebbe potuto restituire la gamba al piccolo Thiago...».

«Credo che il giudice abbia tenuto conto del percorso di recupero intrapreso dal mio cliente», ha spiegato Luca Milano, il legale del muratore. Ieri ha presentato una relazione dell’usl: Dal Santo frequenta gli alcolisti anonimi e «sta mantenendo l’astinenza dalle bevande alcoliche».

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Il piccolo Thiago con la sua protesi alla gamba destra
Papà Elidon e mamma Raiza discutono con il loro avvocato Giuseppe Padovan, ieri mattina nell’aula del processo a Dal Santo
Pietro Dal Santo all’uscita dal tribunale di Vicenza Il piccolo Thiago con la sua protesi alla gamba destra Papà Elidon e mamma Raiza discutono con il loro avvocato Giuseppe Padovan, ieri mattina nell’aula del processo a Dal Santo
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