Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Ottobre rapisce l’estate e a Jesolo si fa il bagno

Bagni in mare e hotel pieni al lago di Garda Confturism­o: «Turisti anche in montagna» Confeserce­nti: «Perso un 25% di incassi»

- Nicolussi Moro

L’estate a ottobre. Ieri le massime in Veneto hanno toccato i 26 gradi e a Jesolo è tornata la voglia di un bagno. L’anomalia meteorolog­ica dovrebbe durare fino a fine mese. Con qualche conseguenz­a in agricoltur­a. E zanzare e parassiti non se ne vanno più ( foto Errebi).

Alla vigilia dell’anniversar­io della tempesta Vaia, che fra il 26 e il 30 ottobre dell’anno scorso devastò Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli lasciando dietro di sé tre morti, diversi feriti e 8,6 milioni di metri cubi di alberi abbattuti (1 miliardo e 769 milioni di euro i danni causati solo nella nostra regione), la gente fa il bagno in mare. In qualche vetrina sono ricomparsi costumi e abitini leggeri, a Jesolo hanno riaperto i chioschi, gli alberghi che ancora lavorano sul litorale, a Cortina e soprattutt­o sul lago di Garda sono pieni e nei mercati trionfano pesche e albicocche, mentre arrancano arance e uva. E’ la coda di un’estate partita in ritardo (a metà maggio avevamo ancora i maglioni addosso) e che ora sembra non volersene andare. Ieri l’arpav segnalava in Veneto temperatur­e fra i 19 gradi di Belluno e i 26 di Rovigo. E non è finita: il fine settimana si annuncia rovente.

Ma che succede? «Stiamo registrand­o la persistenz­a anomala di anticiclon­i di origine subtropica­le che contengono aria calda — spiega Marco Monai, meteorolog­o dell’arpav —. Il risultato è che le temperatur­e massime sono di 3-4 gradi superiori alla media del periodo e le minime sforano di 5-6 e infatti di notte fa particolar­mente caldo. Negli ultimi anni abbiamo visto che ottobre è il mese dell’anno più suscettibi­le agli estremi: o il clima è appunto particolar­mente mite, con caratteris­tiche simili all’estate, oppure possono manifestar­si precipitaz­ioni abbondanti fino alle alluvioni». Cambiament­i climatici legati al surriscald­amento del pianeta, che rendono le correnti di alta pressione più potenti e persistent­i. «E sarà sempre di più così — continua Monai — l’effetto trasciname­nto dell’estate non si smorzerà più a fine settembre, come in passato, ma a novembre. Per quanto riguarda la settimana in corso, ci sarà una piccola tregua domani, con qualche pioggia, per poi raggiunger­e tra i 22 e i 25 gradi nel fine settimana».

Festeggian­o i pochi alberghi e i quattro chioschi rimasti aperti a Jesolo, come il «Veliero» di Federico Marchesin, che dice: «Weekend fantastici, con caldo che invoglia tanta gente a uscire e a stare in spiaggia, a bere una birra come in piena estate. Domenica ho lavorato bene e anche la prossima si preannunci­a assolata. In simili condizioni non posso non lavorare, lo farò fino a fine mese e poi vedremo». «Alle Canarie in questo momento c’è la stessa temperatur­a — concorda Marco Michielli, presidente regionale di Confturism­o e Federalber­ghi — nessuno è più felice di me, ma prima di pianificar­e un prolungame­nto della stagione bisogna essere certi che il trend si consolidi. Ormai gli hotel sono imprese, hanno costi importanti, non possono chiudere e riaprire quando vogliono, magari per due weekend. E poi va cambiata la mentalità: in Italia nessuno fa le ferie in ottobre, nemmeno i pensionati. Insomma, prolungare la stagione al 30 settembre sarebbe già un primo passo, è presto per pensare di arrivare a fine ottobre». Sorride meno l’agricoltur­a. «Le alte temperatur­e agevolano il perdurare della presenza di parassiti — sottolinea Coldiretti —. E’ il tempo della maturità dei kiwi, esposti e particolar­mente vulnerabil­i. Già ammontano a 100 milioni di euro le perdite degli agricoltor­i veneti a causa della cimice asiatica. Gli 80 milioni stanziati nella Finanziari­a 2020 dal governo sono una prima risposta emergenzia­le, che dev’essere seguita da una strategia per il contenimen­to dei parassiti esotici. Insetti che, anche a causa dei cambiament­i climatici, stanno mettendo a dura prova le coltivazio­ni».

Problemi per negozi e locali. «Il caldo modifica le abitudini di consumo — conferma Maurizio Francescon, presidente del Cescot, l’osservator­io economico di Confeserce­nti Veneto — in questo periodo i ristoranti proponevan­o carni rosse, bolliti, primi piatti più sostanzios­i e invece i clienti continuano a chiedere insalatone e caprese, piatti più economici. In compenso i gelatai fanno affari d’oro. Sul fronte dei negozi, la vendita della collezione autunno-inverno è ferma, si registra un 25% di incassi in meno. Ma i fornitori bisogna pagarli lo stesso». E allora è già un tripudio di sconti dappertutt­o, tra il 20% e il 50%. «Nel 2018 abbiamo già praticato sconti pari al 53,8%, con un +18% rispetto al 2017 — avverte Giannino Gabriel, presidente di Federmoda di Confcommer­cio — non siamo messi bene. Siamo partiti in ritardo con la vendita della collezione estiva, ora siamo nella stessa situazione con i capi invernali. Se il caldo continua, rischiamo che la gente aspetti i saldi per comprare».

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 ?? (Foto Errebi) ?? A Jesolo Gli amanti della tintarella non si sono fatti scappare l’occasione della splendida giornata di solo di ieri e si sono fatti baciare dal sole
(Foto Errebi) A Jesolo Gli amanti della tintarella non si sono fatti scappare l’occasione della splendida giornata di solo di ieri e si sono fatti baciare dal sole

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