Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Foto porno del prete, indaga la Diocesi

Padova, la Curia vuole capire se è stata presa dalla rete o scattata in parrocchia

- D’attino

Un sacerdote posta una foto porno nella chat dei cresimandi e il giorno dopo si scusa facendo capire che è colpa di un virus. La Diocesi non gli crede e lo rimuove. Non gli credono neanche i fedeli e ora tutti vogliono capire se è «solo una foto» presa dal web, peccato minore, o se quella foto è stata scattata in parrocchia. La Diocesi sta cercando di approfondi­re e le famiglie chiedono verità. Anche se c’è pure chi auspica maggiore riserbo.

Nella gravità della cosa, restano ancora alcuni importanti interrogat­ivi da sciogliere. Da dove proviene la foto dello «scandalo»? È stata «sempliceme­nte» scaricata da un filmino porno sul web oppure è stata scattata dallo stesso sacerdote? E se fosse vera questa seconda ipotesi, in quale contesto è accaduto il fatto? E soprattutt­o a chi appartiene il pene ritratto in primo piano con accanto una mano maschile piena di anelli e, sullo sfondo, due santini religiosi?

Sono evidenteme­nte parecchie le domande che hanno portato la Diocesi di Padova ad aprire un’indagine approfondi­ta sul «caso» del prete di 73 anni che, in una chat di Whatsapp con dentro due catechiste e i genitori di circa venti bambini di quinta elementare prossimi a ricevere i sacramenti della Comunione e della Cresima, ha appunto postato la foto «incriminat­a». La «disavventu­ra», raccontata ieri dal Corriere del Veneto,è avvenuta alla fine di settembre in una delle chiese più note e frequentat­e della città, dove l’anziano religioso, già responsabi­le della sala di preghiera all’interno di un grande centro d’accoglienz­a per i profughi della provincia di Venezia, era uno dei più stretti collaborat­ori del parroco.

Il sacerdote, che ha goffamente attribuito la pubblicazi­one dell’immagine a un misterioso hacker che avrebbe colpito il suo telefonino, è stato immediatam­ente sollevato dall’incarico dal vescovo padovano, monsignor Claudio Cipolla. E adesso, in attesa della conclusion­e dell’indagine che lo riguarda, si trova nella Casa del Clero di via San Girolamo, nel pieno centro della città: «Ho già chiarito quello che dovevo chiarire con la parrocchia. E comunque — taglia corto — per quanto mi riguarda questa storia finisce qua».

Si dice invece «molto addolorato» quello che, fino a qualche settimana fa, era il suo superiore: «Per tutta la nostra comunità — afferma il parroco — è ovviamente un periodo di estrema sofferenza, che peraltro si inserisce in un momento di grande difficoltà per la Chiesa in generale. E mi dispiace che facciano notizia soltanto i preti che sbagliano e che incappano in questi incidenti. Mentre quelli che fanno quotidiana­mente del bene a tante persone non finiscono mai sulle prime pagine dei giornali».

Della questione, in Diocesi, si stanno occupando sia il vescovo Cipolla che, soprattutt­o, il vicario generale, monsignor Giuliano Zatti. «Appena appreso il fatto — si legge in una nota diffusa dalla Diocesi di Padova — e in attesa di valutare le esatte circostanz­e dell’accaduto e di eventuali ulteriori provvedime­nti da attuare nei confronti del sacerdote, abbiamo immediatam­ente provveduto ad allontanar­e lo stesso sacerdote dalla parrocchia dove prestava servizio e da qualsiasi altro ambito pastorale, a tutela della serenità delle persone coinvolte e di tutta la comunità».

Parole che don Marco Cagol, vicario episcopale per i rapporti con il territorio, prova a rafforzare così: «Il contenuto della foto è chiarament­e grave e inequivoca­bile. Così come è deplorevol­e il fatto che un uomo di Chiesa conservi nel proprio cellulare un’immagine del genere. Detto questo pero bisogna capire bene da dove è stata presa. Cioè se è stata scaricata da Internet o se invece è stata scattata dal prete in questione o da qualcun altro. Ed è proprio quello che stiamo cercando di fare, compatibil­mente con gli strumenti tecnici a nostra disposizio­ne e con la voglia o meno di collaborar­e del diretto interessat­o».

Intanto, nella parrocchia in cui l’anziano religioso operava fino a una ventina di giorni fa, a due passi dal Cimitero maggiore di Chiesanuov­a, non si parla d’altro. In particolar­e nella chat di Whatsapp che è rimasta attiva e dove più di qualche genitore teme che il «caso» venga archiviato troppo rapidament­e. «Vogliamo sapere da dove proviene quella foto — sbotta una mamma —. E se magari, come crediamo, è stata scattata da quel sacerdote, vogliamo sapere dove e quando l’ha fatta e, in particolar­e, chi è il protagonis­ta. Insomma, vogliamo chiarezza. E non escludiamo di rivolgerci alla polizia postale o direttamen­te al tribunale».

Tra le famiglie, c’è pure chi s’arrabbia per la diffusione della notizia: «Ci era stato richiesto di mantenere il più stretto riserbo sulla vicenda. E invece — si rammarica un papà — qualcuno ha deciso di spifferare tutto, mancando di rispetto a noi, ai nostri figli e a tutta la parrocchia». Alta tensione quindi. Aspettando nuove puntate.

” Il sacerdote Ho già chiarito quello che dovevo chiarire con la parrocchia. E comunque per quanto mi riguarda questa storia finisce qua

” Il vicario episcopale Il contenuto della foto è grave e inequivoca­bile Detto questo però bisogna capire bene da dove è stata presa

 ??  ?? Indagine La Diocesi di Padova indaga sul giallo della foto porno in chat
Indagine La Diocesi di Padova indaga sul giallo della foto porno in chat

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy