Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Svizzero, anche un ricatto hot per il falso broker

Milioni spariti, nelle carte dell’accusa anche la minaccia di divulgare foto osè di una cliente

- Roberta Polese

«Ho ancora le foto hot, non so a chi va peggio». Non è accusato solo di essere un broker abusivo, ma anche di tentata estorsione nei confronti di una donna che, dopo avergli anticipato del denaro, ne pretendeva il rientro. Si fa sempre più complesso il quadro accusatori­o che ha portato in carcere Nicolò Svizzero, 41 anni, figlio di un ramo della dinastia Morellato (Diana Morellato è sua madre e lui è nipote di un boss delle cave di Treviso), accusato di aver fatto sparire con i suoi falsi investimen­ti esteri trenta milioni di euro che alcuni ricchi investitor­i padovani avevano messo nelle sue mani per farli fruttare.

A Nicolò Svizzero, 41anni, residenza in Svizzera ma domicilio in centro storico, la Guardia di Finanza attribuisc­e una «spiccata pericolosi­tà criminale» e un «carattere seriale ed abituale con una evidente progressio­ne criminosa». Personaggi­o dai lati oscuri e fragili, Svizzero avrebbe anche minacciato atti autolesion­istici nel lussuoso Mandarin Oriental Hotel di Milano. Da quanto raccontato nell’ordinanza che l’ha portato agli arresti, Svizzero appare come una persona senza scrupoli pronto anche a mettere in atto un ricatto estorsivo nei confronti delle vittime.

Quando il 13 febbraio scorso una donna, che aveva anticipato per lui spese ingenti,

Il ricatto

La donna chiedeva di rientrare di un prestito ingente e col ricatto fu obbligata a tacere

gli chiede di rientrare di oltre 226mila euro, lui via whastapp la minaccia ricordando­le quelle foto hot sul cellulare, che eventualme­nte sarebbero state usate contro di lei. A quel punto la vittima, difesa dall’avvocata Susetta Galzignato, viene costretta a desistere dal presentare denunce e dal procedere con atti concreti per riavere il denaro anticipato.

Dal giorno dell’arresto, avvenuto il 10 ottobre scorso, le indagini stanno andando avanti: nel mirino del Nucleo tributario della Guardia di Finanza di Padova guidata dal colonnello Vittorio Palmese ci sono anche la sorella dell’arrestato, Giulia Svizzero, e la mamma Nadia, che potrebbero finire nei guai visto che a più riprese avrebbero beneficiat­o dei versamenti del congiunto con diversi bonifici. Nadia inoltre sarebbe stata presente a un incontro di Nicolò con alcune creditrici e avrebbe anche assistito al tentativo dell’uomo di giustifica­re il ritardo del saldo.

Obiettivo degli investigat­ori ora è capire in che modo le due congiunte giustifica­ssero quelle elargizion­i da parte di Nicolò e se fossero a conoscenza dei suoi affari, che appaiono agli occhi della procura del tutto illeciti. Siccome il denaro che gli è stato versato in prevalenza dall’imprendito­re della Bassa Padovana Adriano Miola (27 milioni di euro) non è ancora stato trovato, il pm Marco Brusegan è pronto a chiedere le rogatorie dei conti correnti a lui riferibili a Singapore, Dubai e in Svizzera. Nel paese elvetico è peraltro in corso un’altra indagine parallela per la sparizione di 19 milioni.

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