Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Diritti di pesca, l’immobiliare annuncia ricorso al Tar «Maxi-proroga illegittima»
Spada di Damocle sui 15 anni di diritti esclusivi di pesca concessi in proroga venerdì in aula a Palazzo Celio alle 14 cooperative del Consorzio di Scardovari. Entro 60 giorni possibile ricorso al Tar (Tribunale amministrativo regionale) da chi abbia interesse a pescare nelle lagune polesane i molluschi, vongole veraci e cozze in particolare e, se richiesta una sospensiva del provvedimento, il giudice potrebbe bloccare le attività di pesca a gennaio 2020. La delibera votata in aula, con anche l’immediata esecutività, pubblicata ieri sull’albo pretorio. E l’agenzia immobiliare «Delta Po», rappresentata dall’avvocato ferrarese Roberto Anselmi, ha già annunciato di voler impugnare l’atto. «Procederemo con un ricorso al Tar, la delibera è illegittima e va annullata» ha spiegato Anselmi che, nei prossimi giorni, consulterà il suo cliente per procedere. L’agenzia immobiliare di Porto Tolle è una delle protagoniste della querelle sull’assegnazione dei diritti esclusivi di pesca. A fine maggio, dopo che sembrava fosse stata individuata una proroga di un anno per i diritti tra la Provincia, il presidente Ivan Dall’ara e il direttore generale Maria Votta Gravina e il Consorzio guidato da Luigino Marchesini, l’agenzia «Delta immobiliare» ha inviato una diffida a Palazzo Celio, al fine di avere anch’essa la possibilità di pescare nell’area lagunare. Poi i mesi di tensione, con i pescatori che hanno chiesto i tre lustri di diritti esclusivi sulla base della Legge finanziaria di fine dicembre 2018 in materia di concessioni delle aree demaniali e il no dei vertici provinciali che indicavano come unica strada un bando di gara per affidare legalmente i diritti. Le difficoltà sembrano essere state superate venerdì scorso col voto politico in aula di cinque consiglieri provinciali «pro pescatori»: Roberto Pizzoli sindaco di Porto Tolle, Francesco Siviero sindaco di Taglio di Po, Sara Mazzucato (Adria) Alberto Martello (Canaro) e Valeria Mantovan (Porto Viro). Ma i consiglieri, seppur dichiaratisi «sereni» rispetto alla validità dei documenti votati, potrebbero rischiare di essere indagati per turbativa d’asta e abuso d’ufficio come trapela dai corridoi della Provincia. Il dg Votta Gravina, come annunciato, trasmetterà gli atti all’anac (Autorità nazionale anticorruzione) e farà segnalazione in Procura.