Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
I 40 anni di Arteven: «Il nostro teatro sartoriale»
Dal 1979 il circuito regionale ha portato in scena oltre 30mila spettacoli. «Puntiamo su un’ampia offerta»
Adifferenza delle belle donne, non li nasconde i suoi quarant’anni di vita Arteven, l’associazione regionale per il teatro veneto, che dal momento della sua fondazione – era il 1979 – ad oggi ha macinato numeri da record portando in scena più di trentamila spettacoli visti da oltre 7,5 milioni di spettatori, di cui 1,5 milioni di ragazzi delle scuole dell’obbligo. Un’esperienza pluridecennale che ne fa il circuito teatrale leader a livello nazionale. Qual è il segreto di questo successo? «Spirito di servizio – risponde il presidente Zuin – e gestione democratica e partecipata. L’obiettivo che ci siamo posti e abbiamo realizzato è quello di portare il teatro in maniera diffusa nella nostra regione, dai piccoli teatri come quello del comune di Sanguineto fino al Comunale di Vicenza o il Toniolo di Mestre, rispettando la specificità di ogni area territoriale».
Sono oltre quaranta i teatri veneti dove Arteven organizza sia stagioni teatrali che di danza, spettacoli di circo e musica e multidisciplinari, oltre che lezioni-spettacolo che vengono portate all’interno delle scuole. Questo modo di operare ha fatto così crescere un pubblico di ragazzi, ora adulti, che fanno del Veneto una delle regioni italiane con il maggior numero di spettatori. «Noi gestiamo all’anno circa 130 rassegne di vario genere, al chiuso e all’aperto – spiega il direttore Pierluca Donin - facendoci carico interamente delle funzioni tecnico-burocratiche, quali, ad esempio, sicurezza e fiscalità. Ai direttori artistici dei teatri spetta invece la scelta dei titoli con cui costruire la propria stagione: offriamo a ciascuno una vasta gamma di proposte selezionandole tra i circa 1200 spettacoli, che possiamo far circuitare. Garantiamo dunque un abito sartoriale, tagliato su misura e non prêt-à-porter». Tra i titoli di punta di questa stagione, per la prosa c’è Dracula di Rubini e Lo Cascio; Mine vaganti con Francesco Pannofino, al Toniolo di Mestre.
Il prossimo obiettivo di Arteven è la gestione diretta degli spazi teatrali in senso fisico: un progetto che si propone di curare la manutenzione di attrezzature, poltrone, edifici, mettendo in essere una squadra tecnica specializzata. «In questo quadro complesso è necessario – aggiunge Zuin – fare chiarezza in tempi brevi con gli altri soggetti che operano sul territorio, primo fra tutti lo Stabile del Veneto, la cui funzione principale è quella produttiva. Data la frammentazione delle risorse economiche, è vitale evitare sovrapposizioni e creare una piattaforma condivisa con una definizione dei ruoli».