Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
«Le auto d’epoca un tesoro per la città Indotto di 20 milioni in soli tre giorni»
Inaugurata la rassegna in Fiera. Il patron Baccaglini: ho temuto a lungo di doverla spostare
Circa venti milioni di euro. A tanto ammonterebbe l’indotto generato in città da «Auto e moto d’epoca», l’ormai tradizionale salone dei motori in corso in Fiera fino a domani. A dirlo, ieri mattina a margine dell’inaugurazione ufficiale della rassegna, è stato il patron Mario Baccaglini che, nel lontano 1983, si è inventato dal nulla quello che, da tempo, costituisce l’evento di maggior successo tra quelli che si svolgono nel quartiere espositivo di via Tommaseo. «Gli alberghi sono tutti pieni. E così pure i ristoranti. D’altronde - ha evidenziato Baccaglini - anche quest’anno siamo riusciti a portare a Padova espositori e visitatori da ogni parte del mondo. Cinesi, giapponesi, australiani, indiani, arabi. Insomma, persone arrivate da ognuno dei cinque continenti e che magari, alloggiando in città per due-tre giorni, decideranno di ritornarci in futuro. Il giro d’affari di una manifestazione del genere? Non è semplice da quantificare - ha risposto il patron -. Ma se diciamo una ventina di milioni di euro, non ci andiamo lontano».
Il salone, che ha preso il via giovedì (pure se in maniera riservata soltanto per i quasi 1.600 tra standisti e addetti ai lavori), è aperto da ieri al pubblico e lo resterà appunto fino a domani sera. E si stima che alla fine, all’ombra degli undici padiglioni per ben 90 mila metri quadri di superficie espositiva, verrà superato il muro delle 120 mila presenze. Un traguardo davvero inimmaginabile fino a qualche mese fa, quando lo svolgimento della trentasettesima edizione di «Auto e moto d’epoca» era fortemente a rischio per le travagliate vicende relative all’uscita dalla Fiera dei privati di Geo e al ritorno della gestione in mani pubbliche. «Fino all’inizio dell’estate - ha confessato Baccaglini - ho temuto seriamente di dover portare la rassegna in un’altra città. Poi però, grazie all’enorme sforzo congiunto di Comune, Camera di Commercio e Provincia, l’emergenza è fortunatamente rientrata. E nel giro di poco tempo, siamo riusciti ad allestire un evento tra i più belli di sempre». Difficoltà, quelle espresse dal patron, che il sindaco Sergio Giordani ha confermato così: «L’amico Baccaglini, negli ultimi mesi, è stato per me un vero e proprio incubo. Nel senso che, giustamente, mi stava in continuazione col fiato sul collo per sapere se la manifestazione si sarebbe potuta fare o meno. Ero letteralmente terrorizzato - ha proseguito il primo cittadino - dal fatto che “Auto e moto d’epoca” potesse essere portata via da Padova. Ma alla fine, con l’aiuto di tutti, l’abbiamo tenuta qui».
D’altra parte, come ha ricordato il presidente della Camera di Commercio, Antonio Santocono, «stiamo parlando del fiore all’occhiello della nostra Fiera. Cioè della rassegna che attira il più alto numero di visitatori. E quindi perderla sarebbe stato un delitto». Così come un delitto sarebbe stato non ospitare quello che rappresenta il «pezzo forte» dell’edizione 2019. Cioè la retrospettiva «Rosse in abito da corsa», tenuta a battesimo ieri dal presidente nazionale dell’aci, Angelo Sticchi Damiani, e dedicata interamente alle «barchette» Ferrari: alcune delle vetture più leggendarie del Cavallino Rampante, basti citare la 166 Mille Miglia, forse la preferita dell’avvocato Gianni Agnelli, e la SP Monza, l’ultima perla made in Maranello.