Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

«Emergenza Usl così Azienda zero ci ha tolto l’ossigeno»

Medici Cgil all’attacco: meno risorse e più burocrazia

- Silvia Moranduzzo

Azienda zero ha cannibaliz­zato le Usl, sottraendo risorse umane e fondi. È l’accusa lanciata dalla Cgil nei confronti del colosso regionale che ha il compito di bandire i concorsi e gestire persone e denaro. «Viviamo una vera e propria crisi – dice Giovanni Campolieti, Fp medici e otorino presso l’ospedale di Schiavonia –. Questo a causa della nascita di Azienda

zero e del parallelo accorpamen­to delle Usl. La mission era snellire la burocrazia per concentrar­si sulle cure ma le promesse non sono state mantenute e sono stati creati solo disagi». Secondo i dati forniti dal sindacato, per creare Azienda zero sono stati tolti su base provincial­e 90.671 euro dal fondo contrattua­le della dirigenza medica e altri 17 mila da quello della dirigenza sanitaria, per un totale di 108 mila. Denaro che andava a pagare il salario accessorio (non quello base) e che non è più stato rimpinguat­o. Ma non sono gli unici fondi che sono stati tolti. «Con il regolament­o degli incarichi che doveva normalizza­re la situazione delle tre Usl unite nell’euganea, da noi non firmato, i medici dell’ex Usl 17 che hanno prestato cinque anni di servizio perdono mille euro dal compenso previsto dallo scatto di carriera, mentre quelli con incarichi ad alta specializz­azione tremila» sottolinea Alessandra Stivali, Fp Cgil. «Per otto anni non sono stati fatti concorsi e questo ha bloccato l’immissione di nuove risorse. Nel frattempo i medici ovviamente sono invecchiat­i e con l’avanzare dell’età sopportare incarichi pesanti come le guardie notturne diventa complicato – continua Campolieti – Si è espansa la burocrazia, tanto che ormai durante le visite si perde più tempo a compilare moduli al computer che a parlare con il paziente. Questo crea una spinta verso il privato che da sostitutiv­o è diventato complement­are». Tra fughe nel privato e pensioname­nti quasi tutti i reparti sono sotto organico. Tra le situazioni più gravi ci sono il pronto soccorso di Schiavonia a cui mancano tre medici, così come la Radiologia e la Nefrologia. «A Cittadella l’équipe di Radiologia è passata da undici persone, primario compreso, a sette – aggiunge Giovanni Migliorini, Fp medici e chirurgo a Cittadella – Questo vuol dire che si fa meno diagnostic­a e a pagare le conseguenz­e è il cittadino. Quest’estate il pronto soccorso era così sguarnito che dopo aver tentato di rattoppare con le cooperativ­e si è deciso di prendere a gettone dei neolaureat­i. Ad oggi si chiamano con lo stesso metodo anestesist­i e radiologi pensionati o da altri ospedali». Per non parlare del nodo dolente dei 500 laureati da assumere senza specializz­azione, sistema sul quale il sindacato nutre forti dubbi. «Chiediamo un confronto con la Regione. A parte il fatto che in questo modo si creano medici di serie B, poi non serve personale solo in pronto soccorso e geriatria», conclude Migliorini.

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Sofferenza L’ospedale di Schiavonia, in profonda carenza di medici

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