Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
«Acquevenete» oltre la grande ondata di un anno fa Cantieri per 12 milioni per difendere il Polesine
A un anno dall’emergenza maltempo che, per l’eccezionale torbidità dovuta all’ondata di piena dell’adige, fra il 30 e il 31 ottobre 2018 causò l’interruzione dell’erogazione dell’acqua potabile per nove Comuni del Polesine, sono già diversi i cantieri di «Acquevenete» del “piano post-emergenza” conclusi o in corso di esecuzione. Ad annunciarlo è l’azienda che gestisce il ciclo dell’acqua in Polesine e nella Bassa Padovana, «Acquevenete». Si tratta di investimenti per 12 milioni, che compongono il piano di adeguamento e potenziamento delle centrali sull’adige, a cominciare da quella di Boara Polesine, quella che un anno fa creò maggiori problemi. Proprio per quest’ultima, che non aveva retto all’eccezionale carico di inquinanti per l’ondata di piena dell’adige, è ora attivo un cantiere da 1milione e 550 mila euro. Tra le novità, verranno rimessi in funzione i decantatori, sarà rinnovata l’impiantistica idraulica ed elettrica della filiera dei carboni attivi; adeguamento anche per l’opera di presa dal fiume ed è previsto inoltre un nuovo impianto di trattamento delle acque di risulta. Altri lavori di adeguamento per le centrali che attingono dal fiume Adige sono in corso a Badia Polesine e Cavarzere (VE), con un intervento del costo totale di 680mila euro.
Lungo il fiume
Rinforzate le centrali, prima fra tutte quella di Boara Polesine, che creò più problemi