Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Plateatici, scatta l’ora della tregua
Il soprintendente apre a modifiche sulle prescrizioni. Ma i commercianti avvertono: accordo a breve o sarà Tar
Una breve tregua. Nella speranza di siglare presto la pace. Si può sostanzialmente riassumere così l’esito del lungo incontro, tenutosi ieri mattina negli uffici delle Belle Arti in via Aquileia, tra il soprintendente regionale Vincenzo Tiné, quello cittadino Edi Pezzetta, i rappresentanti delle categorie economiche (Filippo Segato per l’appe, Patrizio Bertin per l’ascom e Mauro Cinefra per la Confesercenti) e l’assessore comunale al Commercio, Antonio Bressa, accompagnato dal suo caposettore Fernando Schiavon e dal funzionario della Polizia Municipale, Marina Celi. L’obiettivo, nelle intenzioni degli ospiti, era quello di «ammorbidire» la portata delle severe prescrizioni della Soprintendenza che, circa cinque mesi fa, si sono improvvisamente abbattute su ben 69 tra bar, pizzerie e ristoranti del centro storico di Padova, obbligati alcuni a ridurre lo spazio occupato dai loro plateatici e altri addirittura a tenere chiusi gli ombrelloni per una buona parte dell’anno. E tale bersaglio, se non altro dando retta alle poche parole pronunciate dai diretti interessati al termine del summit, sarebbe stato parzialmente centrato. Nel senso che i soprintendenti Tiné e Pezzetta, rendendosi forse conto dell’eccessiva durezza di certi loro dettami, avrebbero espresso la disponibilità a rivedere alcune delle decisioni imposte a fine maggio scorso. Magari proprio a partire da quella, attualmente in vigore, che consente l’apertura degli ombrelloni soltanto dal primo giugno al 30 settembre e soltanto dalle 11,30 alle 17. In questo senso, la fascia oraria potrebbe essere allargata dalle 10 alle 20, riguardando peraltro tutti i locali in questione e quindi ponendo fine alle odierne «disparità di trattamento» più volte denunciate dagli esercenti. «Diciamo che la Soprintendenza ha capito - si è limitato a dire l’assessore Bressa - che se da un lato è giusto tutelare il patrimonio artistico del nostro centro storico, dall’altro è altrettanto giusto tutelare le attività commerciali che ci aiutano a tenere vivo, attraente e sicuro lo stesso centro storico. Deve essere trovato un compromesso tra le due esigenze. Ed è proprio quello che speriamo di riuscire a fare in tempi possibilmente rapidi».
Già, tempi rapidi. Come auspicato soprattutto dal segretario dell’appe: «L’accordo deve tassativamente essere raggiunto nell’arco delle prossime due settimane. Dunque entro la metà di novembre. Altrimenti - ha ammonito Segato - prima che scadano i termini per farlo, alcuni baristi non esiteranno a presentare ricorso contro le prescrizioni della Soprintendenza. E noi, come associazione, non potremo non essere al loro fianco». Gli esercenti pronti all’azione legale, assistiti dagli avvocati Antonio Cimino, Giorgio Trovato e Marco Ferraresso, sarebbero circa 20, tra cui praticamente tutti i 13 di piazza dei Signori e poi My Maison di piazza Eremitani, La Gineria di piazza dei Frutti e Goppion, Vergnano e Zzino Tramezzino di piazza delle Erbe. La tregua, insomma, ha i giorni contati. E la «guerra», al di là del cauto ottimismo mostrato ieri, potrebbe scoppiare da un momento all’altro.