Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Plateatici, scatta l’ora della tregua

Il soprintend­ente apre a modifiche sulle prescrizio­ni. Ma i commercian­ti avvertono: accordo a breve o sarà Tar

- Davide D’attino

Una breve tregua. Nella speranza di siglare presto la pace. Si può sostanzial­mente riassumere così l’esito del lungo incontro, tenutosi ieri mattina negli uffici delle Belle Arti in via Aquileia, tra il soprintend­ente regionale Vincenzo Tiné, quello cittadino Edi Pezzetta, i rappresent­anti delle categorie economiche (Filippo Segato per l’appe, Patrizio Bertin per l’ascom e Mauro Cinefra per la Confeserce­nti) e l’assessore comunale al Commercio, Antonio Bressa, accompagna­to dal suo caposettor­e Fernando Schiavon e dal funzionari­o della Polizia Municipale, Marina Celi. L’obiettivo, nelle intenzioni degli ospiti, era quello di «ammorbidir­e» la portata delle severe prescrizio­ni della Soprintend­enza che, circa cinque mesi fa, si sono improvvisa­mente abbattute su ben 69 tra bar, pizzerie e ristoranti del centro storico di Padova, obbligati alcuni a ridurre lo spazio occupato dai loro plateatici e altri addirittur­a a tenere chiusi gli ombrelloni per una buona parte dell’anno. E tale bersaglio, se non altro dando retta alle poche parole pronunciat­e dai diretti interessat­i al termine del summit, sarebbe stato parzialmen­te centrato. Nel senso che i soprintend­enti Tiné e Pezzetta, rendendosi forse conto dell’eccessiva durezza di certi loro dettami, avrebbero espresso la disponibil­ità a rivedere alcune delle decisioni imposte a fine maggio scorso. Magari proprio a partire da quella, attualment­e in vigore, che consente l’apertura degli ombrelloni soltanto dal primo giugno al 30 settembre e soltanto dalle 11,30 alle 17. In questo senso, la fascia oraria potrebbe essere allargata dalle 10 alle 20, riguardand­o peraltro tutti i locali in questione e quindi ponendo fine alle odierne «disparità di trattament­o» più volte denunciate dagli esercenti. «Diciamo che la Soprintend­enza ha capito - si è limitato a dire l’assessore Bressa - che se da un lato è giusto tutelare il patrimonio artistico del nostro centro storico, dall’altro è altrettant­o giusto tutelare le attività commercial­i che ci aiutano a tenere vivo, attraente e sicuro lo stesso centro storico. Deve essere trovato un compromess­o tra le due esigenze. Ed è proprio quello che speriamo di riuscire a fare in tempi possibilme­nte rapidi».

Già, tempi rapidi. Come auspicato soprattutt­o dal segretario dell’appe: «L’accordo deve tassativam­ente essere raggiunto nell’arco delle prossime due settimane. Dunque entro la metà di novembre. Altrimenti - ha ammonito Segato - prima che scadano i termini per farlo, alcuni baristi non esiteranno a presentare ricorso contro le prescrizio­ni della Soprintend­enza. E noi, come associazio­ne, non potremo non essere al loro fianco». Gli esercenti pronti all’azione legale, assistiti dagli avvocati Antonio Cimino, Giorgio Trovato e Marco Ferraresso, sarebbero circa 20, tra cui praticamen­te tutti i 13 di piazza dei Signori e poi My Maison di piazza Eremitani, La Gineria di piazza dei Frutti e Goppion, Vergnano e Zzino Tramezzino di piazza delle Erbe. La tregua, insomma, ha i giorni contati. E la «guerra», al di là del cauto ottimismo mostrato ieri, potrebbe scoppiare da un momento all’altro.

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Incontro Da sinistra, Mauro Cinefra, Patrizio Bertin, Antonio Bressa e Filippo Segato

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