Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Silvio incorona Brugnaro: «Può essere il mio successore»

- Bottazzo

Complice, prodigo di compliment­i, Berlusconi a Venezia incorona il sindaco Brugnaro quale suo successore.

Lo prende sottobracc­io, lo ascolta, annuisce. «C’è un’altra Italia, quella che lavora dalla mattina alla sera che è stanca di sentire solo parole. Qui non si tratta di difendere solo Venezia, ma la nostra dignità internazio­nale perché il mondo ci guarda. Possiamo essere il simbolo per la rinascita dell’italia». Luigi Brugnaro non fa quasi a tempo a finire di parlare che Silvio Berlusconi lo incorona: «Bisogna dare i poteri direttamen­te alla città. È il vostro sindaco la persona più indicata per dare la spinta decisiva alla realizzazi­one del Mose». Pare che prima di candidarsi a sindaco Brugnaro abbia incontrato il presidente ad Arcore: allora l’obiettivo era conquistar­e Ca’ Farsetti e l’imprendito­re gli è subito sembrata la persona ideale, oggi c’è la leadership del centrodest­ra (soprattutt­o centro), da riguadagna­re dopo che la Lega ha, di fatto, spazzato via Forza Italia. Tra transfughi e minacce di scissioni, il presidente vede nel sindaco il suo successore: «È una persona che ha dalla sua parte molte chance — dice —. Governa una città meraviglio­sa, è un imprendito­re molto capace e un uomo di sport che ha saputo portare una sua squadra al vertice italiano. Quindi ha alcune caratteris­tiche che fanno di lui un possibile protagonis­ta del nostro futuro. Glielo auguro, me lo auguro». Brugnaro sorride, qualcuno scherzando gli chiede se è pronto a diventare presidente, e lui sta al gioco: «Subito».

Silvio Berlusconi era arrivato a San Marco poco prima dell’una. Accompagna­to dal parlamenta­re veneziano Renato Brunetta, non ha esitato ad attraversa­re la piazza ancora completame­nte allagata per l’acqua alta, munito di stivaloni di gomma. «Con il Mose tutto questo non sarebbe successo, per questo dico che sarebbe una follia pura non finirlo in fretta e non metterlo in funzione — dice — I precedenti governi non hanno messo in campo quella spinta vera per completare l’ultimo miglio, siamo arrivati ormai al 93 per cento. Adesso non dovrebbero avere esitazioni, anche se sappiamo che l’anima dei Cinque stelle è fondamenta­lmente contro le grande opere». Non molla il braccio di Brugnaro, quando si stacca ascolta il sindaco che gli indica il livello della marea di martedì notte, l’acqua in Basilica, il campanile... «Nei lunghi discorsi ho visto in lui una visione che guarda molto lontano, che pensa non solo a Venezia e al Veneto ma che si estende all’italia e pensa agli italiani che amano la libertà — dice il leader azzurro — Lo invito a proseguire in questi suoi sguardi sulla situazione italiana che ha bisogno di forze giovani, nuove e capaci, di gente che ha studiato, lavorato, che abbia esperienza per sottrarre il nostro Paese alla guida di chi non è capace. Buon candidato? No, lui vale di più di un candidato». L’incoronazi­one al «nuovo Doge» di Venezia è completa. Entra a Palazzo Ducale, poi sbuca dalla porta e continua a parlare, Brugnaro e Berlusconi sono come fiumi in piena, si fermano davanti alla Basilica («Sto ammirando queste bellezze uniche e penso a chi le ha costruite», confessa il presidente), entrano nel palazzo patriarcal­e ad incontrare monsignor Francesco Moraglia. «Su certi interventi costosi dobbiamo tentare, facendo uno studio appropriat­o, di coinvolger­e altri paesi — spiega Berlusconi — Non servono mecenati, tre quarti della spesa dovrebbe essere sostenuta da singoli Stati e un quarto anche da privati».

Pensa soprattutt­o ai lavori necessari a chiese e campanili, la Curia ha stimato interventi per almeno cento milioni di euro, ma né la Diocesi, tanto meno le parrocchie hanno i fondi per poter aprire i cantieri. Un aiuto potrebbe arrivare dalla deroga per poter installare le pubblicità, un altro proprio dal leader di Forza Italia. «Mostrerò i progetti ai miei amici in giro nel mondo, perché Venezia patrimonio internazio­nale possa mantenere la sua bellezza». Intanto vuole dare l’esempio: «Regalo alla città? Certamente sì, sto pensandoci».

” Silvio Berlusconi Bisogna dare i poteri direttamen­te alla città. È il vostro sindaco la persona più indicata

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