Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Elisabetta Spitz plenipoten­ziaria per ultimare le dighe mobili

Romana, 66 anni, nominata dal ministro De Micheli

- A. Zo.

Si chiama Elisabetta Spitz, 66 anni, romana, ed è il commissari­o scelto dal ministro De Micheli per ultimare il Mose a Venezia.

Il curriculum è di quelli di primo livello: dal 2001 al 2008 è stata la direttrice dell’agenzia del Demanio, mentre dal 2013 al 2018 ha guidato Invimit, la società di gestione del risparmio del ministero dell’economia che si occupa degli immobili statali. Ora il nuovo incarico di Elisabetta Spitz, 66 anni, romana di nascita ma austriaca di origini come traspare dal cognome, sarà quello di condurre il Mose alla conclusion­e. È lei il commissari­o «sblocca cantieri» scelto dal governo, sulla base del decreto della scorsa estate – quando l’esecutivo era ancora giallo-verde – che aveva individuat­o delle opere prioritari­e da accelerare. In prima battuta Danilo Toninelli, allora ministro delle Infrastrut­ture – soggetto a cui spetta l’indicazion­e del nome «d’intesa» con la Regione Veneto, prima della firma del presidente del Consiglio – aveva scelto il carabinier­e Gaetano De Stefano, che però ha declinato la proposta. Ora il successore Paola De Micheli punta su Spitz, che dovrebbe essere nominata formalment­e nei prossimi giorni. Il profilo scelto è quello di un architetto urbanista che da due decadi è diventato un manager di Stato e che con Venezia ha già avuto a che fare abbondante­mente. Dal 1992 al 1999 aveva infatti presieduto il consorzio di progettazi­one della salvaguard­ia delle aree abitate della città, mentre nel 2009 era stata consulente dell’autorità portuale per il piano di gestione. Ma anche da direttrice del Demanio aveva dovuto interfacci­arsi con il Consorzio Venezia

Nuova, soprattutt­o per la questione dell’arsenale: tanto che periodicam­ente si incontrava a Roma con l’allora presidente Giovanni Mazzacurat­i e nel giorno del Redentore del 2008 era venuta a Venezia a vedere i cantieri del Mose dall’elicottero. Ora, secondo la legge, lei prenderà tutti i poteri sul Mose, diventando stazione appaltante, potendo utilizzand­o il personale del Provvedito­rato alle opere pubbliche del Triveneto e rapportand­osi con il Cvn, guidato dai commissari Anac Giuseppe Fiengo e Francesco Ossola. «Uno dei due commissari­amenti è di troppo», attacca però il deputato veneto di Forza Italia Pierantoni­o Zanettin, che chiede a De Micheli di accelerare anche sulla scelta del nuovo provvedito­re.

Le due nomine erano già in dirittura d’arrivo, come aveva annunciato De Micheli un paio di settimane fa a Fincantier­i, ma con l’acqua alta di martedì è divenuto tutto più urgente. Il ministro ha ritenuto di nominare prima il commissari­o, a breve toccherà anche all’altra figura, che si dovrà occupare di tutto il resto, Mose escluso. «Bisogna che qualcuno si prenda la responsabi­lità di terminare il Mose e farlo funzionare», sottolinea il neo presidente di Confindust­ria Veneto Enrico Carraro. Mentre i deputati del Pd, con il presidente Graziano Delrio e il collega veneziano Nicola Pellicani, rilanciano «un piano di interventi del valore di due miliardi per affrontare le emergenze di Venezia», già sotto forma di proposta di modifica alle leggi speciali del 1973 e del 1984: tra le misure ci sono l’istituzion­e di una Agenzia del Mose, il ripopolame­nto della città, le grandi navi e le bonifiche.

Ieri intanto sono stati eseguiti altri test, alzando due dighe della bocca di Chioggia.

Bisogna che qualcuno si prenda la responsabi­lità di terminare il Mose Enrico Carraro Presidente di Confindust­ria

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Le dighe Qui sopra le paratoie del Mose. In alto, il super commissari­o per il Mose, Elisabetta Spitz

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