Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

E Martina regala le scarpe finite sott’acqua

- Camilla Gargioni

VENEZIA«ACQUA Marea» si chiama il negozio. E la marea straordina­ria non l’ha risparmiat­o: 80 centimetri di acqua si sono accumulati nel piccolo spazio in calle San Pantalon, a Venezia, mettendo fuori uso la cassa, l’impianto elettrico e sommergend­o scatole su scatole di calzature. Il risultato? «Regalo scarpe finite sott’acqua. Vegane in microfibra e varie in tela estive. Tutte lavabili in lavatrice». La scritta a pennarello blu su un foglio di carta A4 appeso alla vetrina incuriosis­ce i passanti, che si affollano all’ingresso. Martina Ranaldo, che vive a Venezia da 13 anni, ha aperto nel 2016 il negozietto di scarpe «veg». «L’avevo chiamato “Acqua Marea” ma credo proprio che gli cambierò nome – racconta –. Mi spiaceva buttare tutte queste scarpe, così ho deciso di regalarle». Una cliente, dopo averne preso un paio per sé, ne chiede un altro, è disposta a pagarle. «Non accetto niente – replica Martina –. Voglio solo liberare il negozio, ripulirlo e ricomincia­re». Nel frattempo, la fila si fa sempre più lunga. I clienti si susseguono: si è fatto strada il passaparol­a. In neanche tre ore la maggior parte dei numeri è sparita, mentre nel ristretto magazzino giacciono ancora le taglie più piccole e più grandi. Una cinquantin­a di persone l’hanno aiutata, prendendo quelle scarpe, a tentare di ripartire. La stima dei danni, ancora, non è in grado di farla.

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Il negozio Si chiama «Acqua Marea» ed è finito sott’acqua: scarpe regalate

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