Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Il cantiere delle gondole e la «caccia» al legname disperso
«Martedì notte la scena che mi VENEZIA sono trovato davanti era spaventosa: acqua ovunque, attrezzi e legni dappertutto, pareva fosse esplosa una bomba». Alberto Della Toffola è «figlio d’ascia»: a 23 anni aiuta il padre a gestire lo storico squero (il cantiere dove si costruiscono le gondole) di San Trovaso, e mentre l’acqua saliva si è trovato solo, appollaiato sopra una gondola in lavorazione, ad aspettare che l’acqua scendesse. E a contare le assi disperse: «Sono legni anche di 50 anni fa, che non si trovano più, e che l’altro giorno sono finiti in giro per tutta Venezia. D’altronde era scomparso persino il muro della riva, sepolto dall’acqua». Mercoledì ha passato metà giornata a riordinare, l’altra metà a caccia di assi disperse. «Per fortuna la città è solidale: ancora adesso continuo a ricevere foto dei legni pescati ai quattro angoli della laguna, riconoscono i marchi e mi dicono di andare a recuperarlo». E intanto, fuori dallo squero, si forma la coda di gondole da riparare: sono le barche danneggiate, lanciate dalla mareggiata contro rive, palazzi, ponti e campielli. «Abbiamo già un centinaio di richieste, ma non possiamo ancora cominciare a lavorarci: venerdì è prevista ancora acqua alta, rischiamo di passare altri guai». Alberto è esausto, in tre giorni ha dormito giusto un paio d’ore, ma la passione è tanta e lasciare i legni impossibile.