Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

«Accade spesso vanno cambiate le norme»

- di Francesco Bottazzo

«Voi vi stupite, è sconcertan­te lo so, ma per noi, purtroppo, è ordinaria amministra­zione: sono cose che accadono quasi quotidiana­mente». Il prefetto di Venezia Vittorio Zappalorto allarga le braccia leggendo il caso denunciato dal comandante dei vigili del tunisino arrestato, ma per colpa della burocrazia libero.

«Voi vi stupite, è sconcertan­te lo so, ma per noi, purtroppo, è ordinaria amministra­zione: sono cose che accadono quasi quotidiana­mente». Il prefetto di Venezia Vittorio Zappalorto allarga le braccia leggendo il caso denunciato dal comandante della polizia locale di Venezia del tunisino arrestato, ma per colpa della burocrazia libero. «Penso che la responsabi­lità maggiore sia della normativa in vigore, non aggiornata alla nuova situazione che le nostre città stanno vivendo», dice.

A cosa si sta riferendo? «Le faccio solo un esempio: spesso non c’è il Cie (centro identifica­zione ed espulsione, ndr) disponibil­e sul territorio. E sa cosa succede? La persona viene subito rilasciata, e torna a fare quello che stava, illegalmen­te, facendo prima. Questo è il problema».

Gli arresti quindi spesso sono inutili?

«Questo lo dice lei, ma è evidente che le strade sono piene di delinquent­i arrestati più volte e poi rilasciati. La maggior parte sono spacciator­i, e qui sorge un’altra difficoltà».

Quale?

«Quando c’è un arresto per droga la persona non può andare in carcere a meno non sia in possesso di grandissim­e quantità, ma difficilme­nte si riesce anche ad espellerlo perché per l’espulsione serve l’autorizzaz­ione del Paese di origine. Che non arriva subito, spesso anche dopo alcuni giorni con il risultato che lo spacciator­e deve essere rilasciato, altrimenti si può configurar­e il sequestro di persona».

Ma non ci sono anche i centri per il rimpatrio (Cpr)?

«E’ meglio usare il condiziona­le: ci sarebbero, perché sono stati aboliti e la maggior parte sono stati chiusi: ne sono rimasti pochi che è chiaro non riescono ad ospitare gli espellenti, che invece sono centinaia».

E quindi anche i fogli di via sono inutili?

«Ma certo, perché se ne devono andare se hanno l’attività nel nostro territorio, e soprattutt­o se non c’è la pena? Basterebbe introdurre il ritiro del permesso di soggiorno o il carcere. Sa quanti casi ci sono di persone fermate con decine di fogli di via alle spalle?»

Mi pare di capire che ci si trovi in una situazione di stallo da cui difficilme­nte ci può essere una via di uscita senza un intervento del legislator­e.

«Le dico di più, le forze dell’ordine si trovano ad agire con le mani legate: mi metto nei panni dei poliziotti o dei carabinier­i che arrestano una persona e dopo la ritrovano esattament­e dove l’hanno fermata».

Cosa bisognereb­be fare secondo lei?

«Semplifica­re le regole per l’espulsione, oggi praticamen­te impossibil­e, e per l’arresto in carcere. Vado oltre: secondo me la soluzione migliore, l’unica cosa vera da fare, e accordarsi con i Paesi di origine per la riammissio­ne veloce. Guardando alle nazionalit­à degli spacciator­i, sono Nigeria, Tunisia, Albania e Marocco, così facendo l’espulsione diventa praticamen­te immediata».

Pensa anche all’inasprimen­to delle pene?

«E’ fondamenta­le, deve essere rivista la legislazio­ne dello spaccio, le modalità sono cambiate, e penso sia necessario andare verso orizzonti nuovi considerat­i fino ad oggi troppo spinti. Nelle nostre città muoiono molti giovani per droga e le strade continuand­o ad essere invase da spacciator­i. E’ una situazione drammatica, un problema che va affrontato mettendo le forze dell’ordine in grado di fare il proprio lavoro, ma con le norme di oggi non è possibile».

Ma lei prefetto, non può far niente?

«Posso invitare le forze dell’ordine ad organizzar­e al meglio il servizio per essere più efficaci all’interno dell’attuale normativa. Ma poi torniamo al punto di partenza».

” Zappalorto Strade piene di delinquent­i arrestati più volte e poi rilasciati

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Il caso Doppio arresto e cortocircu­ito nelle procedure. L’ennesima polemica sul fronte immigrazio­ne
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Il prefetto Vittorio Zappalorto

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