Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
«Accade spesso vanno cambiate le norme»
«Voi vi stupite, è sconcertante lo so, ma per noi, purtroppo, è ordinaria amministrazione: sono cose che accadono quasi quotidianamente». Il prefetto di Venezia Vittorio Zappalorto allarga le braccia leggendo il caso denunciato dal comandante dei vigili del tunisino arrestato, ma per colpa della burocrazia libero.
«Voi vi stupite, è sconcertante lo so, ma per noi, purtroppo, è ordinaria amministrazione: sono cose che accadono quasi quotidianamente». Il prefetto di Venezia Vittorio Zappalorto allarga le braccia leggendo il caso denunciato dal comandante della polizia locale di Venezia del tunisino arrestato, ma per colpa della burocrazia libero. «Penso che la responsabilità maggiore sia della normativa in vigore, non aggiornata alla nuova situazione che le nostre città stanno vivendo», dice.
A cosa si sta riferendo? «Le faccio solo un esempio: spesso non c’è il Cie (centro identificazione ed espulsione, ndr) disponibile sul territorio. E sa cosa succede? La persona viene subito rilasciata, e torna a fare quello che stava, illegalmente, facendo prima. Questo è il problema».
Gli arresti quindi spesso sono inutili?
«Questo lo dice lei, ma è evidente che le strade sono piene di delinquenti arrestati più volte e poi rilasciati. La maggior parte sono spacciatori, e qui sorge un’altra difficoltà».
Quale?
«Quando c’è un arresto per droga la persona non può andare in carcere a meno non sia in possesso di grandissime quantità, ma difficilmente si riesce anche ad espellerlo perché per l’espulsione serve l’autorizzazione del Paese di origine. Che non arriva subito, spesso anche dopo alcuni giorni con il risultato che lo spacciatore deve essere rilasciato, altrimenti si può configurare il sequestro di persona».
Ma non ci sono anche i centri per il rimpatrio (Cpr)?
«E’ meglio usare il condizionale: ci sarebbero, perché sono stati aboliti e la maggior parte sono stati chiusi: ne sono rimasti pochi che è chiaro non riescono ad ospitare gli espellenti, che invece sono centinaia».
E quindi anche i fogli di via sono inutili?
«Ma certo, perché se ne devono andare se hanno l’attività nel nostro territorio, e soprattutto se non c’è la pena? Basterebbe introdurre il ritiro del permesso di soggiorno o il carcere. Sa quanti casi ci sono di persone fermate con decine di fogli di via alle spalle?»
Mi pare di capire che ci si trovi in una situazione di stallo da cui difficilmente ci può essere una via di uscita senza un intervento del legislatore.
«Le dico di più, le forze dell’ordine si trovano ad agire con le mani legate: mi metto nei panni dei poliziotti o dei carabinieri che arrestano una persona e dopo la ritrovano esattamente dove l’hanno fermata».
Cosa bisognerebbe fare secondo lei?
«Semplificare le regole per l’espulsione, oggi praticamente impossibile, e per l’arresto in carcere. Vado oltre: secondo me la soluzione migliore, l’unica cosa vera da fare, e accordarsi con i Paesi di origine per la riammissione veloce. Guardando alle nazionalità degli spacciatori, sono Nigeria, Tunisia, Albania e Marocco, così facendo l’espulsione diventa praticamente immediata».
Pensa anche all’inasprimento delle pene?
«E’ fondamentale, deve essere rivista la legislazione dello spaccio, le modalità sono cambiate, e penso sia necessario andare verso orizzonti nuovi considerati fino ad oggi troppo spinti. Nelle nostre città muoiono molti giovani per droga e le strade continuando ad essere invase da spacciatori. E’ una situazione drammatica, un problema che va affrontato mettendo le forze dell’ordine in grado di fare il proprio lavoro, ma con le norme di oggi non è possibile».
Ma lei prefetto, non può far niente?
«Posso invitare le forze dell’ordine ad organizzare al meglio il servizio per essere più efficaci all’interno dell’attuale normativa. Ma poi torniamo al punto di partenza».
” Zappalorto Strade piene di delinquenti arrestati più volte e poi rilasciati