Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
A Venezia spuntano capsule per dormire dentro l’aeroporto
A Verona ci sono già da qualche tempo, a Venezia sono appena arrivate, tanto che non è ancora possibile prenotarle online. Eppure, ieri, in tanti le hanno notate in un angolo del terminal e si sono incuriositi. All’aeroporto Marco Polo sono atterrate quattro «sleeping capsule», in sostanza delle cabine chiuse - ma con il tetto apribile, per evitare crisi claustrofobiche - dotate di letto, caricatori usb, schermi televisivi, connessione wi-fi gratuita, persino luci colorate per la cromoterapia; è ovviamente anche possibile oscurare la finestra presente sulla porta, per garantire la riservatezza all’ospite. La società che le produce, la Zzzleepandgo (sic) le definisce come «lounge super economiche», per cercare di stuzzicare chiunque si ritrovi costretto a passare molto tempo nello scalo, ma è chiaro che il loro primo utilizzo resta destinato a chi si vede obbligato a passare la notte in aeroporto, per un inconveniente o anche solo per aspettare la coincidenza successiva (un’eventualità non troppo remota, per chi vola low cost).
Sono piazzate prima dei controlli di sicurezza, nell’area dell’aeroporto sempre aperta e sempre accessibile al pubblico. Sfruttare le cabine, piazzate a Tessera solamente tre giorni fa, costa nove euro all’ora, e per attivarle al momento è possibile utilizzare solo il terminale touchscreen all’esterno del modulo, ma a breve saranno prenotabili online sul sito della compagnia, come è già possibile fare a Malpensa, Torino, Orio al Serio e appunto Verona (ma le «sleeping capsule» hanno già raggiunto anche l’ospedale di Bergamo e un ostello di Milano).
Le foto delle cabine hanno presto fatto il giro dei social network, suscitando interesse e anche una buona dose di ironia: in molti hanno immaginato nelle capsule la nuova frontiera dei motel a ore per amanti clandestini (e in effetti sul sito è specificato che, anche se il letto è singolo, si può entrare in due senza sovrapprezzo), mentre i lavoratori dell’aeroporto scherzano sulla possibilità di dormirci tra un turno e l’altro, specialmente quando lo stacco impedisce di scappare fino a casa per riposarsi.