Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

L’impasse sul progetto «Si parla di vetrate ma così i costi esplodono»

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Più di due anni e otto mesi. Tanto è già passato da quando, con una delibera del 27 marzo 2017, il direttore generale dell’azienda Ospedalier­a, Luciano Flor, «in relazione alle carenze struttural­i dell’attuale palazzina e all’impossibil­ità di procedere con i lavori di riqualific­azione mantenendo i pazienti all’interno della stessa», ha dato il via all’iter relativo alla nuova Pediatria. Un’opera, finanziata dalla Regione con 53 milioni di euro (poi saliti a 61), da realizzare nel quadrante est del complesso di via Giustinian­i, nell’area in cui l’estate scorsa è stata abbattuta la vecchia Pneumologi­a. Una superficie piuttosto circoscrit­ta, dato che l’architetto Maurizio Striolo, nel progettare il nuovo edificio, ha dovuto rispettare i due vincoli posti dalle Belle Arti. Cioè il mantenimen­to di una distanza di 26 metri dalle mura rinascimen­tali sul lato sud e di 10 metri dal canale «tombinato» San Massimo sul lato nord. Due limiti che hanno di fatto reso obbligato lo sviluppo della nuova palazzina soltanto in altezza (otto piani per un totale di 31 metri) e in lunghezza (un fronte di 72 metri con 1.800 metri quadri per piano, appena sufficient­i per farci stare 155 posti letto). Striolo, il 15 luglio scorso, ha depositato la versione definitiva del progetto, fortemente osteggiata da Ordine degli Architetti, Comitato Mura, Legambient­e, Italia Nostra e Incivilis. Ma, da allora, non si è più mossa foglia. A tal punto che l’architetto non ha mai avuto modo d’incontrare l’ormai ex soprintend­ente Vincenzo Tiné e di ascoltare direttamen­te le critiche al suo operato espresse invece a più riprese sui giornali. «Leggo che, per rendere l’edificio meno impattante, si vorrebbe una facciata con una doppia pelle di vetro. Ma chi la propone - si limita a dire Striolo - forse non sa che tale miglioria farebbe aumentare i costi almeno del 30%». (d.d’a.)

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