Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

L’archivista scopre l’asta sul web e fa tornare a casa l’antico Atlante

Restituito alla Capitolare libro del Cinquecent­o. «Inestimabi­le»

- Roberta Polese

Non fossero bastate le incisioni, il manoscritt­o che lo rende identifica­bile, e alcune sigle particolar­i, sarebbe stato un tarlo a rivelare l’unicità di quell’atlante e a ricollocar­lo al suo posto, nella Biblioteca Capitolare da dove qualcuno lo aveva portato via molti anni fa. Torna a casa l’ Atlante illustrato del sedicesimo secolo di Giulio Ballino, umanista e letterato del 1569. Il libro era stato «catturato» da mano sconosciut­a tra il 2003 e il 2009, periodo in cui i libri della Capitolare erano consultabi­li senza dover lasciare documenti nella sede di via Dietro Duomo. A riconsegna­rlo al vescovo Claudio Cipolla sono stati i carabinier­i del Comando tutela patrimonio artistico che hanno raccolto la denuncia di una archivista della Biblioteca di Padova: aveva rintraccia­to il testo sul web, messo all’asta sul sito internet di una galleria di New York, intermedia­ria per conto del proprietar­io, un libraio di Torino. Quest’ultimo lo aveva messo a base d’asta per 22 mila euro, «ma il valore di un’opera simile in realtà è inestimabi­le» sottolinea il tenente colonnello Christian Costantini che ha coordinato le indagini. Il libraio è stato denunciato per ricettazio­ne ma è stata dimostrata la sua buona fede, la documentaz­ione era in ordine, per cui è stata chiesta l’archiviazi­one del procedimen­to penale. A rendere riconoscib­ile il libro sono state alcune incisioni, un tassello mancante e artigianal­mente ricostruit­o nel quale era scritta la numerazion­e e la proprietà della Capitolare e un manoscritt­o disegnato da Ballino che riporta la pianta delle mura di Palmanova, presente unicamente in questo esemplare di atlante che appartiene a Padova. Infine c’è un tarlo che ha «divorato» parte del libro in modo così singolare da renderlo riconoscib­ile da chi lo aveva trattato. Tuttavia le indagini continuano, non resta che scoprire il colpevole, anzi i colpevoli: perché alla Capitolare di Padova mancano una quindicina di libri antichi. «Da noi vengono studiosi da tutto il mondo – dice Monsignor Stefano dal Santo, responsabi­le della biblioteca – ora la consultazi­one dei testi è tracciabil­e per cui siamo più tranquilli, purtroppo però non è sempre stato così». «Siamo felici che questo libro venga restituito non tanto a noi, che ne siamo semplici custodi, ma alla città» sottolinea il vescovo Claudio Cipolla.

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Pezzo di prestigio Il colonnello Costantini e il vescovo Cipolla dietro l’atlante

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