Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Consvipo, 15 giorni per decidere Rovigo capofila o scioglimento
Mancati versamenti della Provincia, sindaci al bivio: Dall’ara darà le carte
Soluzione Gaffeo o chiusura. Non ci sarebbero altre ipotesi percorribili per il Consorzio per lo sviluppo del Polesine (Consvipo), alla luce della discussione tra i socisindaci che, ieri pomeriggio, si sono riuniti in Provincia.
Un’assemblea convocata formalmente per le 17, ma sospesa altrettanto formalmente verso le 17.30 per consentire di operare a porte chiuse, aggirando l’obbligo di trasparenza previsto per la seduta pubblica e ufficiale. Una richiesta fatta, a nome dei colleghi, da Francesco Siviero, sindaco di Taglio di Po e presidente dell’assemblea. «La situazione è molto complessa e mi viene segnalata l’esigenza di poter parlare al di fuori della formalità, per poter capire meglio le soluzioni possibili». Un dato è emerso con certezza: non è percorribile l’ipotesi di transazione con la riduzione a 50 mila euro forfetari del contributo della Provincia che, in cambio, avrebbe dovuto ospitare gli uffici del Consvipo, una volta venduta la sede dell’ente consortile all’interporto.
Il nodo da sciogliere, infatti, è il mancato versamento dei contributi associativi proprio da parte della Provincia di Rovigo che, detentrice del 45% delle quote, non ha pagato circa 530 mila euro per gli anni 2017 e 2018 e non ha provveduto ai 223 mila dovuti per il 2019. Per venirne a capo, il sindaco di Rovigo, Edoardo Gaffeo, prevede che il Comune capoluogo divenga nuovo capofila, acquisendo larga parte delle quote oggi in mano all’amministrazione provinciale e avviando un percorso di ristrutturazione dell’agenzia territoriale di programmazione economica.
Dall’altra parte resta la proposta di liquidazione, avanzata dai sindaci renziani Leonardo Raito (Polesella) e Vinicio Piasentini (San Martino di Venezze) che contano di persuadere la maggioranza dei colleghi, convinti che lo smantellamento di un ente che reputano superato permetterebbe di eliminare debito e problema. «Ci ritroveremo tra il 16 e il 20 dicembre per un ulteriore approfondimento – spiega il presidente della Provincia, Ivan Dall’ara – raccoglierò tutti gli elementi tecnici per mettere i colleghi davanti agli effetti di ciascuna delle due scelte, conscio che l’amministrazione provinciale non ha le risorse richieste».
Il rebus va risolto non oltre il 31 gennaio, termine entro cui per via arbitrale la soluzione dovrà essere validata, onde evitare anche il rischio di predissesto nelle casse di Palazzo Celio. Insomma, i tempi per la soluzione sono tutt’altro che lunghi.