Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Addio a Luxardo, l’industriale-esule Rifondò a Padova l’azienda perduta
Nicolò Luxardo De Franchi, l’imprenditore già a capo dell’azienda padovana di Torreglia famosa per il maraschino, morto due giorni fa dopo una lunga malattia, era nato nella Trieste italiana di 92 anni fa. «Ma il suo cuore era rimasto a Zara», conferma oggi il figlio Piero, presidente dal 2011 del comitato di gestione del Premio Campiello. Da Zara, ricorda ancora Piero Luxardo, le famiglie benestanti mandavano le donne a partorire in ospedali più grandi, così «mia nonna prese quello che noi chiamavamo ‘il vapore’, la nave che collegava Zara con Lussino e Trieste e arrivò nella città giuliana». A Trieste, dove vive ancora la sorella di due anni più anziana, sarà tumulata la salma dopo una cerimonia funebre che rimarrà strettamente privata.
L’imprenditore, che aveva retto in prima persona, come presidente, le sorti dell’azienda di famiglia dal 1963 al 2000, ha fondato i Giovani imprenditori di Confindustria Padova, presieduto la Commissione Piccola industria della Comunità europea e per nove anni è stato membro del Cnel. Ma il suo più grande merito è stato di rifondare, con lo zio Giorgio, unico sopravvissuto della quarta generazione dei Luxardo, l’azienda di liquori dopo la distruzione della fabbrica di Zara, bombardata dagli Alleati, e la scomparsa del padre Piero e degli zii Nico e Bianca, uccisi dai titini nel 1944. Alla tragedia aveva dedicato un libro, «Dietro gli scogli di Zara» (1992) che conteneva le ricerche e le mancate risposte Jugoslave rispetto alla scomparsa dei congiunti. E quando era giovane attraversava l’adriatico in barca a vela per raggiungere la città dalmata.
A ricordare il suo impegno per la verità e il suo sostegno alla causa giuliano-dalmata siano stati ieri il governatore Luca Zaia («grande imprenditore e testimone coraggioso del dramma di Zara e degli esuli istriani») e Giorgia Meloni (Fratelli d’italia): «Grande italiano, esempio di passione e di dedizione al lavoro». Insieme al presidente vicario di Assindustria Venetocentro, Massimo Finco: «Ha attraversato pagine di storia, a volte spaventosa, con la volontà di rinascita, l’illuminato pragmatismo, la straordinaria forza morale che sono il suo grande lascito».
Nicolò Luxardo, prima con la guida illuminata dello zio Giorgio e poi dei cugini Franco e Michele (mancato 12 anni fa), ha guidato l’azienda di liquori individuando a Torreglia, tra i Colli Euganei, il terreno adatto per coltivare le marasche. Mentre la Jugoslavia nazionalizzava quel che restava dell’azienda a Zara, Nicolò esportava il maraschino e il Sangue Morlacco di dannunziana memoria in tutto il mondo. Amante del bello e della storia, in particolare della Repubblica di Genova, città originaria dei Luxardo, aveva restaurato due ville venete sui Colli Euganei e raccolto una grande biblioteca su Genova e la Dalmazia.
” Finco La volontà di rinascita e la forza morale sono il suo lascito