Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Cannabis scontro tra M5s e Lega
Scontro sull’emendamento stralciato da Casellati. D’incà: così va in crisi un settore
La presidente del Senato Casellati stralcia la norma per la liberalizzazione della cannabis light. Insorge il M5S che attacca la Lega: «A Roma si oppone ma in Veneto ha detto sì».
La (mancata) liberalizzazione della vendita della cannabis light, quella con contenuto di Thc non superiore allo 0,5%, fa litigare il Veneto, da Roma a Venezia.
La norma, cara soprattutto ai Cinque Stelle (era a firma del senatore Matteo Mantero) e già approvata dalla maggioranza in commissione Bilancio del Senato, è stata stralciata dal maxiemendamento del governo dopo che la presidente del Senato Elisabetta Casellati ha comunicato la sua inammissibilità in quanto estranea alla materia in discussione. «È un emendamento di natura ordinamentale e non potrebbe essere diversamente — ha detto la presidente rivolgendosi alla maggioranza —. Se ritenete questa misura importante fatevi un disegno di legge».
Applausi dal centrodestra tutto, ed in particolare dalla Lega e da Fratelli d’italia, mentre i Cinque Stelle sono andati su tutte le furie e hanno accusato Casellati di scarsa imparzialità (lo stralcio è avvenuto dopo una richiesta in tal senso da parte del Carroccio). «Pur rispettando la decisione e l’autonomia della presidente del Senato, non posso non rimanere amareggiato - ha commentato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’incà -. L’emendamento avrebbe colmato un vuoto normativo e regolamentato un settore che, a seguito della sentenza della Corte di Cassazione di giugno scorso, non ha più norme chiare e definite e rischia di mandare in tilt una filiera fatta di 3 mila aziende e 12 mila addetti. La canapa viene utilizzata in molteplici produzioni: fibre, biocarburanti, plastiche biodegradabili. Viene usata anche per la produzione di prodotti da forno come biscotti, pane e dolci. Il nostro intento non era quello di liberalizzare alcunché ma di regolamentare un importante settore produttivo».
A stretto giro è arrivato l’attacco alla Lega da parte del M5s in Regione: «Salvini non sa cosa fa Zaia, o Zaia non sa cosa vuol fare Salvini? Il leader delle Lega esulta per aver messo il bastone tra le ruote della legalizzazione della canapa, con il deciso supporto della presidente Casellati, ma sembra non sapere che il “suo” Veneto va in altra direzione, con una legge regionale dell’agosto scorso. Il fatto è che la droga non c’entra nulla: si tratta di un’industria che produce tessuti, materiali alternativi alla plastica, e perfino energia pulita». La legge a cui si riferisce il gruppo pentastellato è quella dedicata «al sostegno e alla promozione della filiera agroindustriale della canapa» che, è bene precisarlo, non disciplina i quantitativi di Thc da cui scaturisce il dibattito sulle droghe leggere, dovendosi ovviamente rifare per questo alle norme nazionali in tema di sicurezza e stupefacenti. E difatti in occasione della sua approvazione non si dissero soddisfatti solo l’assessore leghista all’agricoltura Giuseppe Pan e la Coldiretti ma anche l’assessore all’istruzione di Fratelli d’italia Elena Donazzan: «È provvedimento che restituisce dignità ad un settore, che nulla ha a che fare con grow-shop e la vendita di cannabis light».
In Veneto è in vigore anche una legge sulla cannabis terapeutica e a Rovigo è attivo il Crea, l’ente di ricerca titolare di tutte le varietà di canapa registrate in Italia, dalle selezioni destinate all’uso agro-industriale a quelle ad alto contenuto di sostanze psicotrope. «Per colpa della visione oscurantista della Lega - chiosa il consigliere del Pd Graziano Azzalin il Crea non potrà sviluppare per intero tutte le sue potenzialità di ricerca. Vietare la cannabis light è come vietare la birra analcolica e impedirà allo Stato di incassare 500 milioni di euro di accise».
Confermati invece in manovra, come riferisce il senatore del Pd Andrea Ferrazzi, il finanziamento della Legge Speciale per Venezia (60 milioni nel 2020, risorse svincolate dal Mose), quello per l’istituzione in laguna del centro per i cambiamenti climatici (500 mila euro) e il miliardo per le Olimpiadi di Milano-cortina.