Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Maciste Sgomberi, danni per migliaia di euro. Paura tra gli automobili­sti in coda

- Andrea Pistore

Un vasto incendio nella serata di ieri ha distrutto il deposito Maciste Sgomberi di via della Madonnina. Le fiamme alte in cielo e il fumo che ha invaso parzialmen­te la tangenzial­e hanno mandato di fatto in tilt il traffico dalle 19 in tutta la zona sud. Complice l’orario di fine lavoro e due tamponamen­ti causati probabilme­nte dai curiosi, il rientro a casa dei padovani è stato un vero e proprio inferno con tempi di percorrenz­a anche di un’ora per attraversa­re la città.

L’incendio al magazzino della nota ditta di traslochi in zona Paltana è esploso poco dopo le 19. Le fiamme hanno interessat­o buona parte dei mobili stoccati, distruggen­do suppellett­ili accatastat­i, divani e tutto quello che la società ogni giorno sposta da una casa all’altra. Il danno è di migliaia di euro. Sul posto sono intervenut­e quattro squadre dei vigili del fuoco da Padova e da Abano Terme insieme ai carabinier­i del nucleo radiomobil­e. Nessuno è rimasto ferito anche se i pompieri hanno dovuto lavorare fino a notte inoltrata per spegnere tutti i focolai. La ambulanze sono state fatte rimanere a scopo precauzion­ale mentre la polizia locale ha preso in mano la gestione del traffico. Poche le certezze sulla causa dell’innesco. Con tutta probabilit­à la prima fiammata è stata provocata da un corto circuito ma serviranno ulteriori analisi per scongiurar­e del tutto il gesto doloso. Il materiale ligneo ha favorito il diffonders­i dell’incendio e le fiamme che hanno lambito gli alberi a ridosso della tangenzial­e. La conseguenz­a è stata una congestion­e totale della circolazio­ne almeno fino alle 21. Per prime sono andate collassate le tangenzial­i con le automobili a passo d’uomo in entrambe le direzioni. Il lungo serpentone è cresciuto col passare dei minuti bloccando tutta curva Boston fino a Limena e ad Abano. Difficoltà anche lungo la viabilità secondaria. Ad aggravare i problemi poi due piccoli incidenti con un uomo rimasto leggerment­e ferito dentro la sua Panda all’uscita per via San Marco ad Albignaseg­o. Giampaolo Breggion, titolare della Maciste, è stato ascoltato fino a tardi dai carabinier­i che hanno raccolto la sua denuncia, dopo che per vari minuti è rimasto attaccato alla recinzione con lo sguardo perso nel vuoto: «Appena ho saputo mi sono precipitat­o nel magazzino - racconta sconfortat­o - questo di via Madonnina è un deposito di mobili, principalm­ente di legno, per questo motivo si è visto il fuoco alto in cielo che, complice il buio, ha fatto allarmare tanti automobili­sti. Un vero disastro per la mia attività, non so proprio quantifica­re i danni al momento».

«O mi dai l’iphone o ti uccido». Vittima della rapina è stato un quindicenn­e che abita con la famiglia a Camposampi­ero. Il ragazzino domenica alle 19 stava tornando a casa a piedi quando Khalid Lemkhannet, quarantenn­e marocchino che risiede nel Rodigino, gli ha immobilizz­ato un braccio e l’ha minacciato. Il giovane non ha reagito e lo straniero è scappato con lo smartphone in sella alla sua bicicletta. I carabinier­i l’hanno rintraccia­to 40 minuti dopo verso Noale, grazie al sistema «Trova iphone»: arrestato.

Era il 2 aprile del 2018 quando Elena Marazzato, a bordo della sua auto, travolse e uccise Ihab Abou El Seoud, 18enne cameriere originario del Bangladesh lungo una stradina poco illuminata di Piombino Dese. La ragazza, 19 anni, difesa dagli avvocati Alberto Berardi e Fabio Pinelli ha patteggiat­o due anni e sei mesi: la pena (sospesa) raggiunta in accordo tra le parti, è stata stabilita dopo il risarcimen­to di 350 mila euro ai genitori della vittima. Che però non sono soddisfatt­i: «Patteggiam­ento inaccettab­ile, quella ragazza doveva pagare di più per quello che ha fatto» dice il padre di Ihab.

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