Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Maciste Sgomberi, danni per migliaia di euro. Paura tra gli automobilisti in coda
Un vasto incendio nella serata di ieri ha distrutto il deposito Maciste Sgomberi di via della Madonnina. Le fiamme alte in cielo e il fumo che ha invaso parzialmente la tangenziale hanno mandato di fatto in tilt il traffico dalle 19 in tutta la zona sud. Complice l’orario di fine lavoro e due tamponamenti causati probabilmente dai curiosi, il rientro a casa dei padovani è stato un vero e proprio inferno con tempi di percorrenza anche di un’ora per attraversare la città.
L’incendio al magazzino della nota ditta di traslochi in zona Paltana è esploso poco dopo le 19. Le fiamme hanno interessato buona parte dei mobili stoccati, distruggendo suppellettili accatastati, divani e tutto quello che la società ogni giorno sposta da una casa all’altra. Il danno è di migliaia di euro. Sul posto sono intervenute quattro squadre dei vigili del fuoco da Padova e da Abano Terme insieme ai carabinieri del nucleo radiomobile. Nessuno è rimasto ferito anche se i pompieri hanno dovuto lavorare fino a notte inoltrata per spegnere tutti i focolai. La ambulanze sono state fatte rimanere a scopo precauzionale mentre la polizia locale ha preso in mano la gestione del traffico. Poche le certezze sulla causa dell’innesco. Con tutta probabilità la prima fiammata è stata provocata da un corto circuito ma serviranno ulteriori analisi per scongiurare del tutto il gesto doloso. Il materiale ligneo ha favorito il diffondersi dell’incendio e le fiamme che hanno lambito gli alberi a ridosso della tangenziale. La conseguenza è stata una congestione totale della circolazione almeno fino alle 21. Per prime sono andate collassate le tangenziali con le automobili a passo d’uomo in entrambe le direzioni. Il lungo serpentone è cresciuto col passare dei minuti bloccando tutta curva Boston fino a Limena e ad Abano. Difficoltà anche lungo la viabilità secondaria. Ad aggravare i problemi poi due piccoli incidenti con un uomo rimasto leggermente ferito dentro la sua Panda all’uscita per via San Marco ad Albignasego. Giampaolo Breggion, titolare della Maciste, è stato ascoltato fino a tardi dai carabinieri che hanno raccolto la sua denuncia, dopo che per vari minuti è rimasto attaccato alla recinzione con lo sguardo perso nel vuoto: «Appena ho saputo mi sono precipitato nel magazzino - racconta sconfortato - questo di via Madonnina è un deposito di mobili, principalmente di legno, per questo motivo si è visto il fuoco alto in cielo che, complice il buio, ha fatto allarmare tanti automobilisti. Un vero disastro per la mia attività, non so proprio quantificare i danni al momento».
«O mi dai l’iphone o ti uccido». Vittima della rapina è stato un quindicenne che abita con la famiglia a Camposampiero. Il ragazzino domenica alle 19 stava tornando a casa a piedi quando Khalid Lemkhannet, quarantenne marocchino che risiede nel Rodigino, gli ha immobilizzato un braccio e l’ha minacciato. Il giovane non ha reagito e lo straniero è scappato con lo smartphone in sella alla sua bicicletta. I carabinieri l’hanno rintracciato 40 minuti dopo verso Noale, grazie al sistema «Trova iphone»: arrestato.
Era il 2 aprile del 2018 quando Elena Marazzato, a bordo della sua auto, travolse e uccise Ihab Abou El Seoud, 18enne cameriere originario del Bangladesh lungo una stradina poco illuminata di Piombino Dese. La ragazza, 19 anni, difesa dagli avvocati Alberto Berardi e Fabio Pinelli ha patteggiato due anni e sei mesi: la pena (sospesa) raggiunta in accordo tra le parti, è stata stabilita dopo il risarcimento di 350 mila euro ai genitori della vittima. Che però non sono soddisfatti: «Patteggiamento inaccettabile, quella ragazza doveva pagare di più per quello che ha fatto» dice il padre di Ihab.