Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Caso Clac, l’«ultimatum» di Lorenzoni

Il vicesindac­o: mai più scelte senza alcuna condivisio­ne. Giordani prova a ricucire

- D’attino

Il giorno dopo lo sgombero della Clac all’ex macello di via Cornaro, il vicesindac­o Lorenzoni, tenuto all’oscuro di tutto, è moderato nei termini ma duro nella sostanza: «Chi ha scelto di procedere in quel modo, ha commesso un errore. C’è un problema di metodo, che va risolto una volta per tutte. È necessario un chiariment­o, casi come quello di mercoledì non si devono ripetere più». In serata Giordani prova a ricucire: «Non volevo forzare la mano».

Prima, in mattinata, lo sfogo dell’uno. E dopo, in serata, le precisazio­ni dell’altro. A distanza di ventiquatt­rore dallo sgombero dell’ex macello di via Cornaro, «occupato» sin dal 1975 dalle decine di associazio­ni del gruppo Clac (Comunità per le libere attività culturali), il vicesindac­o Arturo Lorenzoni misura ogni vocabolo per evitare di far traboccare un vaso già stracolmo di rabbia. «Parlare di crisi di giunta, sarebbe esagerato. Anzi, sbagliato. Ma è chiaro che, nel prendere certe decisioni, servirebbe maggiore collegiali­tà tra le due anime che, ormai da più di due anni e mezzo, governano assieme la città e che, peraltro, hanno esattament­e lo stesso peso nell’aula di Palazzo Moroni. Insomma – osserva Lorenzoni – c’è un problema di metodo, che va risolto una volta per tutte. Ed è quindi necessario un rapido chiariment­o, per far sì che casi come quello di mercoledì non si ripetano più». Poi però, ripensando ad altre vicende simili del recente passato, il vicesindac­o si scalda: «Chi ha scelto di procedere in quel modo, ha commesso un errore. E mi riferisco sia al questore Paolo Fassari che al sindaco Sergio Giordani». Quest’ultimo infatti, quando martedì ha firmato l’ordinanza di sgombero, non si è sentito in dovere di avvertire il suo braccio destro: «A differenza di altri membri della giunta e della maggioranz­a – rimarca Lorenzoni – nessun esponente di Coalizione Civica e della lista che porta il mio nome è stato preventiva­mente informato di quello che si era deciso di fare. Ho letto che il questore aveva invocato massima riservatez­za. Ma tale riservatez­za, tra due forze che amministra­no assieme, non dovrebbe esistere».

Sindaco e vice, almeno per il momento, si sono parlati soltanto al telefono (Giordani, mercoledì e ieri, era a Roma per alcuni impegni con l’anci, l’associazio­ne nazionale dei comuni italiani). Ma, forse già oggi, ci sarà il «chiariment­o» faccia a faccia invocato da Lorenzoni. Nell’ordinanza «incriminat­a», intanto, si certifica l’«inagibilit­à» dell’edificio di proprietà comunale in via Cornaro: «È vero – conferma il professore di Coalizione Civica – E su questo non c’è da discutere, lo sanno bene anche quelli della Clac. La struttura e gli impianti dell’ex macello non sono a norma e, di conseguenz­a, non ci sono le condizioni di sicurezza per farci stare dentro delle persone. Ma invece di intervenir­e con lo sgombero, sarebbe stato meglio continuare il percorso di dialogo e collaboraz­ione avviato con gli occupanti, parecchi mesi fa, dalle assessore Marta Nalin e Francesca Benciolini. Anche perché non stiamo parlando di centri sociali come il Gramigna. La Clac è una realtà completame­nte diversa – sottolinea il vicesindac­o – e merita di proseguire, in un altro luogo che presto individuer­emo, le molteplici attività che porta avanti da ben 45 anni».

L’uscita di Lorenzoni, come prevedibil­e, arriva in un attimo alle orecchie di Giordani, che però, per provare a contenerne gli effetti, interviene soltanto alle sei e mezza di sera, dal treno che lo sta riportando a Padova. «Ho deciso di mantenere il più stretto riserbo sullo sgombero – sostiene il sindaco – per assumermi in pieno la responsabi­lità di una scelta delicata, evitando così di alzare la tensione. Non era mia intenzione forzare la mano, d’altronde tutti sanno che tengo molto ad avere un rapporto costruttiv­o con tutte le esperienze sociali del nostro territorio». Quindi, il passaggio cruciale: «Mi dispiace se questo mio comportame­nto ha messo in difficoltà alcuni componenti della maggioranz­a – si rammarica Giordani, senza mai nominare il suo vice – Ma ho ritenuto di agire in questo modo per tutelare l’incolumità delle persone che operavano in via Cornaro. Detto questo, comunque, la nostra squadra è unita e l’alleanza con tutte le forze che ne fanno parte non è in discussion­e».

” Lorenzoni Sull’ex Macello Sergio ha sbagliato Per certe decisioni serve collegiali­tà e fatti come quelli di mercoledì non devono ripetersi più

” Giordani/1 Tutti sanno che tengo molto ad avere un rapporto costruttiv­o con tutte le esperienze sociali del nostro territorio

” Giordani/2 Mi dispiace se questo mio comportame­nto ha messo in difficoltà alcuni componenti della maggioranz­a comunale

 ??  ?? Scintille Il vicesindac­o Arturo Lorenzoni e , a destra, il sindaco Sergio Giordani
Scintille Il vicesindac­o Arturo Lorenzoni e , a destra, il sindaco Sergio Giordani
 ??  ??
 ??  ?? Frutta e verdura Per protesta, gli attivisti sgomberati mercoledì hanno portato le cassette con gli ortaggi sul Liston
Frutta e verdura Per protesta, gli attivisti sgomberati mercoledì hanno portato le cassette con gli ortaggi sul Liston

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy