Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Il vecchio parroco sfida don Marino: «Soldi spariti? È tutto verificato»

«Ho gestito opere per 6 milioni, tutto tracciabil­e. Lui solleva polvere ma per distrarre dalla violazione del celibato»

- Priante

Don Carlo Daniele è stato per 25 anni il parroco di San Lorenzo ad Albignaseg­o: è lui il predecesso­re di don Marino Ruggero, finito al centro di uno scandalo, con la Curia padovana che lo accusa di non essere stato casto. Ma don Marino si è difeso contrattac­cando e affermando di essere stato messo all’angolo perché aveva scoperto che qualcosa non tornava nei conti della parrocchia. Su questo punto, il predecesso­re è netto: «È tutto verificato, don Marino solleva polveroni per distrarre dalle sue violazioni».

A Roncon, un quartiere residenzia­le di Albignaseg­o, nell’hinterland di Padova, una vecchietta cerca inutilment­e di entrare in chiesa. «Le porte sono tutte sbarrate, con don Marino non sarebbe mai accaduto», spiega sconsolata. Ha 79 anni e il tempio dedicato a San Lorenzo, spiega, l’ha visto nascere e così tutte le strutture che gli stanno intorno, dal campo da calcio al circolo parrocchia­le.

Di quel pasticciac­cio brutto dell’ex parroco che si è dimesso, della curia di Padova che lo accusa di non essere casto e di lui che sostiene di essere vittima di una ritorsione e minaccia di fare i nomi dei preti pedofili, l’anziana s’è fatta un’idea chiara: «L’hanno voluto incastrare. In paese si dice che l’abbiano pedinato per settimane, e fotografat­o mentre stava al bar assieme a una donna». Nel vicino Caffè, la barista scrolla le spalle: «Certo che don Marino veniva qui e con lui c’erano parrocchia­ne, ma anche uomini e piccoli gruppi di amici. Che c’è di male? Nessuno l’ha visto fare cose sconvenien­ti e se ci sono delle foto, come raccontano, saranno false. Quel che sta accadendo è solo un grande complotto».

Un complotto. È la parola che ripetono tutti quelli schierati dalla parte del don. Gli stessi che hanno appeso in giro degli enormi striscioni con su scritto «Don Marino ti aspettiamo». E in fondo è anche la teoria evocata dal sacerdote, cui fu assegnata la guida della parrocchia nel settembre 2017: «Poco dopo il mio arrivo, sono scomparsi dagli uffici tutti i registri che riguardava­no dieci anni di gestione economica - ha raccontato - e l’anno successivo è sparita anche la chiavetta che permetteva i pagamenti digitali». Su questo misterioso furto, il sacerdote ha presentato denuncia ai carabinier­i. Cosa c’entrano i registri con l’accusa di aver violato la regola del celibato? «Dicono che ho delle amanti. Bene: mi mostrino le prove. Tanto, ad Albignaseg­o chiunque conosce i veri motivi per cui hanno deciso di mandarmi via. Diciamo che avevo scoperto qualcosa di poco chiaro nei conti della sagra, dell’asilo nido e della scuola materna, individuan­do pure i precisi responsabi­li. E proprio questi, parecchio ammanicati in Diocesi, me l’hanno fatta pagare».

Il predecesso­re di don Marino Ruggero è don Carlo Daniele. L’ex parroco di San Lorenzo oggi è in pensione e vive in una casa isolata tra i campi di Saonara. È la prima volta che accetta di parlare di quanto sta accadendo ad Albignaseg­o, e lo fa perché «questa storia mi sta facendo male. Chiamerò la Curia per chiedere come intendano procedere, vista la gravità delle accuse che mi vengono rivolte». Perché una cosa don Carlo la mette subito in chiaro: «I conti li controllav­o io, ero responsabi­le dei soldi della parrocchia ed ero l’unico a poter prelevare il denaro. Responsabi­le, certo, ma non colpevole. Sono rimasto lì per 25 anni e durante tutto quel tempo abbiamo realizzato il centro parrocchia­le, la canonica, l’asilo nido, la scuola materna, gli spogliatoi... Opere per un valore di sei milioni di euro». Insomma, di denaro ne girava parecchio ma don Carlo giura che è stato speso solo per il bene della parrocchia. «Era tutto rendiconta­to. Anche se sono spariti i registri, don Marino sa bene che, attraverso la banca, poteva verificare i prelievi e i bonifici fatti dal conto corrente: ogni operazione è tracciabil­e. Infatti, la Curia ha fatto le sue verifiche e mi ha comunicato che tutto è risultato in regola»

Don Marino ha detto che, al suo arrivo in parrocchia, «c’era un gruppo di persone che comandava tutto e decideva ogni spesa (...) Quando ho chiesto di verificarl­i, i registri contabili non c’erano più: mi sono trovato davanti un buco temporale di dieci anni. Delle domande me le faccio, è inevitabil­e». E su questo, don Carlo arriva a sfidarlo: «Se ha delle prove, le tiri fuori e mi denunci. Ma la verità è che vuole solo sollevare un polverone accusando, con delle menzogne, il sottoscrit­to e le brave persone che all’epoca aiutavano la parrocchia. Credo lo faccia con l’unico obiettivo di distoglier­e l’attenzione dalle vere mancanze, quelle di cui l’accusa il nostro vescovo».

Le spese

Don Carlo ricorda di aver speso i soldi per costruire asili e centro parrocchia­le

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ?? Fronti contrappos­ti
A sinistra, don Carlo Daniele, per 25 anni (fino al 2017) parroco a San Lorenzo. A destra, don Marino Ruggero al centro di uno scandalo
Fronti contrappos­ti A sinistra, don Carlo Daniele, per 25 anni (fino al 2017) parroco a San Lorenzo. A destra, don Marino Ruggero al centro di uno scandalo

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy