Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Rapina feroce nel residence dei vip
Saccolongo, aggredito il gestore del Playboy Club di Abano: «Ho visto la morte»
«Quello che mi resta? La sensazione di aver sentito la morte addosso quando mi hanno puntato il coltello alla gola». Mirko Bellotti, 51 anni, gestore del Playboy Club, racconta la rapina subita l’altra notte, al rientro a casa, da tre uomini armati di coltello e a volto coperto. L’aggressione è avvenuta nel viale d’accesso al residence La Montecchia: portati via denaro, circa 3mila euro, e preziosi. «Erano in tre, tutti dell’est». Sul caso indagano i carabinieri.
La vittima abita a La Montecchia La fidanzata dormiva al secondo piano e ha dato l’allarme
«Quello che mi resta? La sensazione di aver sentito la morte addosso quando mi hanno puntato il coltello alla gola» . È ancora sotto shock Mirko Bellotti, a poche ore dalla feroce rapina che ha subito e su cui stanno indagando i carabinieri della compagnia di Padova, quando decide di raccontare i terribili minuti vissuti ieri mattina, alle 4.15.
Bellotti, 51 anni, noto volto della movida alle Terme, gestisce ad Abano il locale di lap-dance Playboy Club. L’altra notte, dopo aver atteso che tutti i clienti fossero usciti, si è fatto accompagnare verso la sua abitazione. Vive in uno dei luoghi più «cool» della provincia, il residence La Montecchia, tra Saccolongo e Selvazzano, conosciuto per essere a pochi metri dal famoso circolo di golf e dal ristorante stellato degli Alajmo, dove vive con la fidanzata in un mini appartamento in affitto. «Mi ha portato a casa un amico - spiega -. Ho aperto il primo cancelletto che dà sulla strada, poi ho fatto i pochi metri che conducono al portone di accesso alla hall della palazzina e in quel breve tratto mi sono saltati addosso in tre. Probabilmente erano nascosti dietro alla siepe».
Per il manager della notte è iniziato l’incubo, con i banditi che gli legano le mani col nastro adesivo, gli tappano la bocca con lo scotch e, con i volti coperti dai passamontagna, gli rubano i tremila euro di incasso della serata che aveva in un borsello. «Erano di sicuro due romeni e un albanese - prosegue -. Come faccio a saperlo? L’ho capito dall’accento, dato che tra di loro parlavano in italiano e ormai li so riconoscere, anche se nel circolo che gestisco, per scelta della proprietà, non facciamo entrare persone di queste nazionalità. Loro non sapevano quale fosse il mio appartamento e li ho portati in casa, dove stava dormendo, al piano superiore, la mia fidanzata. Mi hanno buttato sul divano, legato i piedi e uno dei tre mi ha intimato: “Dicci dov’è la cassaforte, dacci gli altri soldi altrimenti il capo si arrabbia e finirai molto male”. Chi guidava la spedizione era l’albanese. Fortunatamente la mia ragazza ha capito ciò che stava succedendo, si è chiusa in camera e ha iniziato a urlare».
Stando al resoconto del cinquantunenne, in quel momento i malviventi l’hanno lasciato solo sul divano, salendo al piano superiore attirati dalle urla della donna, che intanto ha avvertito telefonicamente le forze dell’ordine. «Sono riuscito a liberarmi e mi sono ferito anche a una gamba, sono scappato fuori, ho fatto il giro e ho chiesto aiuto a un vicino. Loro hanno fatto razzia di tutto, mi hanno preso l’anello di mio papà e la bigiotteria del mio amore. Sentendo la chiamata al 112 hanno deciso di andarsene e sono corsi fuori. Per fortuna in pochi minuti sono arrivati i carabinieri». Ora toccherà ai militari del radiomobile chiarire tutti i dettagli della vicenda e dare un’identità agli aggressori. Le indagini sono subito scattate; sono state visionate le telecamere di sicurezza interne al residence e anche quelle sulla pubblica via. A La Montecchia non si erano mai verificati episodi simili. «Non ne ho idea su chi possa avermi rapinato, so che ho visto davvero la morte in faccia», conclude Bellotti.
” L’aggredito Mi sono saltati addosso sul vialetto che porta all’ingresso