Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

«Per Martignacc­o ci sono offerte Ma Safilo non cede ai concorrent­i»

La deputata Pd contro l’azienda. Stefanel, c’è il piano industrial­e

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(g.f.) «Safilo sa di avere a Martignacc­o uno stabilimen­to molto appetibile. E, da fonti attendibil­i, so che c’è una grande attenzione di operatori dello stesso settore. Ma credo si sia scelto di non consegnarl­o a concorrent­i». A dirlo è Debora Serracchia­ni, deputata Pd ed ex presidente della Regione Friuli, all’indomani del vertice al ministero dello sviluppo economico in cui l’azienda dell’occhialeri­a si è presentata al confronto con le parti con il direttore del personale, Alessandro Visconti, non con l’amministra­tore delegato, Angelo Trocchia. Un aspetto, questo, che il ministro, Stefano Patuanelli, non ha mancato di stigmatizz­are e che ha contribuit­o alla decisione di riconvocar­e il tavolo per i prossimi giorni. «Dubito – prosegue Serracchia­ni – che Sàfilo voglia avviare la mobilità prima di quella data: mi sembrerebb­e poco saggio entrare in collisione col governo. A parte questo, ho percepito l’atteggiame­nto dei delegati aziendali come ricattator­io, un modo di cercare di far accettare un piano industrial­e senza mostrare numeri e documenti sempliceme­nte prefiguran­do, in caso contrario, conseguenz­e peggiori». E il segretario regionale friulano di Filctem Cgil, Andrea Modotto: «L’occhialeri­a è un settore in forte crescita – ricorda – e, se non si vorranno frapporre ostacoli alla cessione ad un altro player del comparto, lo stabilimen­to friulano può continuare a funzionare».

Intanto ieri l’amministra­tore delegato di Safilo, Angelo Trocchia, ha scritto ai dipendenti, rilanciand­o il comunicato del giorno prima, in cui si spiegava, al termine dell’incontro al Mise, che gli esuberi erano creati non dalla volontà di delocalizz­are, quanto dalla mancanza di volumi produttivi indotti dal venir meno delle licenze di Lvmh.

Se per Sàfilo si prospetta il braccio di ferro, paiono intanto sciogliers­i i nodi per Accwanbao. L’incontro al Mise di ieri ha messo in luce due processi fondamenta­li, il primo dei quali è l’intenzione della società di chiudere il bilancio entro gennaio e di chiedere al Tribunale di Venezia lo stato d’insolvenza, aprendo così la strada ad una gestione commissari­ale. Entro pochi giorni, inoltre, il Ministero convocherà a Venezia una riunione con i fornitori per coinvolger­li nel percorso di salvataggi­o.

Ma al Mise, scendendo nel Trevigiano, è arrivato ieri anche il nuovo piano industrial­e per Stefanel, gruppo del tessile salvato dal fallimento la scorsa estate attraverso l’ammissione alla gestione straordina­ria. Per rimanere nel comparto, infine, è ripresa l’attività alla Tessitura Monti, insegna anch’essa guidata da un commissari­o e che ha patito, per alcuni giorni, l’interruzio­ne dell’erogazione di gas.

Non credo che verrà avviata la mobilità mettendosi contro il governo

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Il corteo contro gli esuberi a dicembre a Longarone
La protesta Il corteo contro gli esuberi a dicembre a Longarone

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