Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Perbellini brevetta la sua «Milanese cotta e cruda»

- M.P.

Un’invenzione gastronomi­ca che ha del geniale. Al punto, da meritare un brevetto ventennale. La «Milanese cotta e cruda» di Giancarlo Perbellini è il suo ultimo rivoluzion­ario piatto, presentato in anteprima nel ristorante veronese «Casa Perbellini», già insignito di due stelle Michelin. Si tratta di una cotoletta di vitello, metà croccante e metà rosa, quasi cruda, abbinata a una patata al pistacchio. «Con l’apertura di Locanda Perbellini, il mio bistrot milanese, ho pensato a rivisitare i piatti della tradizione lombarda- spiega Perbellini -. Dietro a questo piatto ci sono molte sperimenta­zioni e molta tecnica. La “Milanese cotta e cruda” coniuga insieme sapori, consistenz­e e apporti nutritivi. Il tutto attraverso due tecniche di cottura ben distinte. Ho deciso di depositare il processo di preparazio­ne con dettagli anche per l’impiattame­nto». Un piatto che nessuno potrà provare a emulare se non lui, perché coperto dal segreto brevettual­e fino al 2040. «Il primo brevetto nel settore gastronomi­co di cui si ha memoria risale al VII secolo a.c. e riguarda una ricetta depositata a Sibari (Cosenza) che riconoscev­a agli chef un’esclusiva di un anno - spiega l’ingegnere Marco Lissandrin­i, direttore della Bugnion, la società scaligera che si occupa di proprietà intellettu­ali -. Nel 1894 Domenico Melegatti, sempre a Verona, brevettò l’intero processo di produzione del suo pandoro. Ora tocca a Perbellini».

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