Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Plateatici, inizia il disgelo Magani ai titolari dei locali: «Rivedremo i divieti»
Incontro soprintendente-commercianti. Bressa: ora un’intesa
Dopo quasi otto mesi di vivaci botta e risposta - e una raffica di ricorsi presentati al Tar - sembra finalmente aprirsi uno spiraglio di luce nella querelle tra la Soprintendenza e i baristi del centro storico di Padova. Ieri infatti, durante un incontro negli uffici di via Aquileia con l’assessore cittadino al Commercio, Antonio Bressa, e i rappresentanti delle associazioni di categoria (Filippo Segato per l’appe, Patrizio Bertin per l’ascom e Mauro Cinefra per la Confesercenti), il padrone di casa, ovvero il numero uno delle Belle Arti, Fabrizio Magani, si è detto disponibile a «rivedere» alcune delle prescrizioni dettate dai suoi due predecessori, Emanuela Carpani e Vincenzo Tiné, in merito all’utilizzo di plateatici e ombrelloni. Prescrizioni che, attualmente, impongono a 15 locali di piazza dei Signori e di piazza delle Erbe il divieto di adoperare sedie e tavolini all’aperto fino al 29 febbraio e che inoltre, se non saranno «ammorbidite», consentiranno l’impiego dei tendoni parasole soltanto dal primo giugno al 30 settembre e in orario limitato. Un provvedimento, quest’ultimo, che rischia d’interessare non solo i 15 esercizi appena citati, ma anche gli altri 54 bar (totale quindi 69) colpiti da limitazioni varie a fine maggio scorso. «Il soprintendente Magani - ha spiegato l’assessore Bressa al termine del summit - ci ha confermato la sua disponibilità a stendere un accordo-quadro, sulla base dell’articolo 52 del codice dei beni culturali e del paesaggio, tra Belle Arti, Comune, Regione e associazioni di categoria. E tale accordo, una volta per tutte, ci permetterà di stabilire regole chiare, definitive e il più possibile uniformi per quanto riguarda le occupazioni di suolo pubblico in centro. In questo senso - ha poi aggiunto l’ex segretario cittadino del Pd - nelle prossime due settimane, insieme con Appe, Ascom e Confesercenti, elaboreremo una bozza e dopo la sottoporremo allo stesso Magani». Tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio, insomma, le cose dovrebbero farsi un po’ più chiare. «Come andiamo ripetendo ormai da parecchio tempo - hanno commentato Segato, Bertin e Cinefra a nome degli esercenti - c’è bisogno di una cornice normativa precisa e uguale per tutti, che tenga ovviamente conto del patrimonio artistico e monumentale di Padova, ma che non penalizzi in maniera eccessiva chi si sforza, con sempre più grande fatica, di fare impresa nella nostra città». In ballo restano i ricorsi al Tar contro la Soprintendenza presentati sette giorni fa da 10 locali (Pe Pen e Santa Lucia di piazza Cavour, Isola Memmia di Prato della Valle, La Gineria Gourmet di via Boccalerie, Gancino di piazza Duomo, Caramel di piazza delle Erbe e poi Kofler, Ham Holy Burger, Galleria N5 ed ex Diemme di piazza dei Signori). «Ci risulta che, mercoledì prossimo 29 gennaio, il tribunale amministrativo regionale si pronuncerà sulla sospensiva richiesta dalle 10 attività commerciali in questione. Ma come abbiamo sempre detto - hanno garantito i rappresentanti di Appe, Ascom e Confesercenti - al di là dell’esito di questo primo round, i nostri associati non esiteranno a ritirare i ricorsi, qualora l’accordo-quadro con la Soprintendenza riuscisse davvero a sanare le attuali criticità, riducendo la portata di certi provvedimenti».
L’assessore «Obiettivo, un quadro di regole chiaro». Le associazioni: pronti a ritirare i ricorsi