Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Tocca a Consoli Attese migliaia di parti civili

- Milvana Citter

Il 16 maggio in tribunale a Treviso comincerà il primo processo per il default di Veneto Banca. È stata infatti fissata l’udienza preliminar­e, davanti al gup Gianluigi Zulian, per l’ex Ad Vincenzo Consoli, imputato dei reati di aggiotaggi­o, ostacolo alla vigilanza e falso in prospetto.

Dopo l’archiviazi­one delle accuse, chiesta dal pubblico ministero Massimo De Bortoli, per l’ex presidente Flavio Trinca, l’ex condiretto­re Mosè Fagiani, Stefano Bortolo, Flavio Marcolin, Pietro D’aguì, Massimo Lembo, Renato Merlo, Michele Stiz e Diego Xausa, l’ex Ad Consoli è rimasto l’unico imputato nel processo scaturito dall’inchiesta ereditata da Roma. Colui che per la procura di Treviso era «il timoniere e gestiva la banca come fosse una cosa sua».

Consoli è accusato di avere comunicato a Bankitalia, tra il 2012 e il 2013, un patrimonio gonfiato, perché dai 2,3 miliardi dichiarati dovevano essere tolti 430 milioni di «baciate», 131 di accantonam­enti su rischi aggiuntivi e ulteriori perdite su crediti per 1,1 miliardi, oltre a 600 milioni di euro in più di crediti in sofferenza. Se contabiliz­zati, il patrimonio sarebbe sceso a 613 milioni. Stralciati, perché in attesa di pronuncia da parte della Cassazione alla quale si è rivolta la difesa di Consoli, altri cinque capi d’imputazion­e, relativi ad altrettant­e operazioni, per i quali la procura aveva chiesto l’archiviazi­one ritenendo i valori insufficie­nti a incidere ai fini dell’ostacolo alla vigilanza, ma che il gip Bruno Casciarri ha sospeso disponendo un approfondi­mento.

Nel processo potrebbero costituirs­i parte civile alcune migliaia di ex soci risparmiat­ori. Il Movimento Difesa del Cittadino è attendista: «Non abbiamo ancora deciso – spiega l’avvocato Matteo Moschini -. Lo capiremo appena valutati tutti gli atti. Anche perché i risparmiat­ori sono abbastanza fiaccati e prima di intraprend­ere percorsi ardui vorremmo avere almeno una speranza fondata di risultato».

Idee già più decise, invece, per il Coordiname­nto don Torta: «Sicurament­e ci costituire­mo. Non abbiamo ancora deciso se lo faremo con una pattuglia di osservator­i o in maniera massiccia. Il nostro obiettivo - precisa l’avvocato Andrea Arman - è portare a casa i soldi per i risparmiat­ori e soprattutt­o tentare di aggredire Banca d’italia e Consob, perché ora dopo ora emergono possibili responsabi­lità da parte degli organi di vigilanza e anche dello Stato». Arman non nasconde che una delle difficoltà sarà motivare le truppe: «Purtroppo il clima si è molto raffreddat­o, anche perché molti sono nauseati per come è stato gestito il Fondo indennizzo risparmiat­ori. Molto dipenderà anche dalle condizioni economiche che gli avvocati potranno applicare».

Il tribunale di Treviso intanto si è già attrezzato per accogliere le migliaia di possibili parti civili, mettendo in collegamen­to le aule con un sistema audio-video.

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