Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Industria e opere, la Cisl volta pagina
Scavazzin nuovo leader di Padova e Rovigo. «Cambia l’organizzazione»
Tutto come previsto: Samuel Scavazzin, 42 anni di Legnago (ma residente a Castelbaldo), è il nuovo segretario della Cisl di Padova-rovigo. L’incoronazione è avvenuta ieri all’hotel Galileo e pone fine a due anni di reggenza, originati da una riorganizzazione degli equilibri interni al sindacato. Scavazzin, indicato dalla reggente Giovanna Ventura, sarà affiancato da Francesca Pizzo e Stefania Botton, nominate componenti della segreteria generale. Ex capo reparto alla coop Avicola Marchigiana di Montagnana, Scavazzin ha aderito alla Cisl nel 2009 e ha guidato per diversi anni la Federazione agroalimentare del sindacato. Per usare le parole della segretaria nazionale Annamaria Furlan, presente ieri a Padova, la sua elezione «ha concluso un periodo complesso». E il new deal è già iniziato: «Abbiamo diviso il territorio in 8-9 zone, perché i problemi di Cittadella sono diversi da quelli di Montagnana o Piombino Dese - spiega Scavazzin -. A livello provinciale, la zona più delicata è la Bassa Padovana: dobbiamo fare squadra e cogliere le occasioni che possono portare lavoro anche dai territori limitrofi, come la Zls nel Polesine. I collegamenti sono buoni, la mobilità ci può stare». Sulle grandi partite della città, dal nuovo ospedale alla seconda linea del tram, Scavazzin ammette che «gli investimenti possono portare ricchezza, lavoro e servizi», ma ricorda che «vanno fatti all’interno di un contesto di sostenibilità, anche ambientale».
Gianfrasco Refosco, segretario regionale della Cisl, guarda al passato per progettare il futuro: «Lo sviluppo del Veneto è partito dagli imprenditori e la politica lo ha accompagnato lasciando fare. Oggi questo modello non funziona più, c’è bisogno di programmazione: bisogna costruire una regione attrattiva non solo per i capitali stranieri ma anche per le intelligenze di altre regioni, visto che abbiamo il saldo negativo peggiore di tutto il Nord Italia tra uscite ed entrate di giovani laureati». Per Refosco, il rischio spopolamento «mette in discussione tutto il sistema dei servizi territoriali e anche il modello di sviluppo»; la risposta passa anche attraverso la piattaforma unitaria con Cgil e Uil, perché «una forte alleanza tra sindacati e associazioni può dettare l’agenda ai candidati delle prossime elezioni regionali». Furlan ha ricordato che «il Veneto rappresenta e ha rappresentato con altre regioni la locomotiva di questo Paese, per la qualità della produzione e per la capacità di reagire alla crisi. Il nostro richiamo alle istituzioni riguarda soprattutto gli investimenti e l’attenzione all’innovazione e al tessuto produttivo».