Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Tubercolos­i alla Materna: allarme

Piccolo di 5 anni, infettato a casa da un parente, in ospedale reagisce bene alle cure L’usl: «Nessuna epidemia». Ma i compagni del bimbo ora sottoposti ai test anti-tbc

- Natascia Celeghin

Caso di tubercolos­i (Tbc) in una scuola materna del capoluogo per un bimbo di 5 anni che ha contratto a casa il batterio infettivo da un familiare. Non è in pericolo di vita, è ricoverato in Pediatria nell’ospedale cittadino e risponde bene alle cure. Ad annunciarl­o l’azienda sanitaria polesana che ieri ha ricevuto conferma della positività degli esami del piccolo.

Il direttore generale dell’usl 5, Antonio Compostell­a, spiega: «Dal punto di vista clinico, il rischio di infezione per gli altri bambini a scuola con lui è molto basso. Il nostro servizio di Igiene e Sanità pubblica seguirà costanteme­nte la situazione in tutti gli aspetti, assieme alla scuola e ai genitori».

Già ieri i medici hanno contattato la scuola dell’infanzia comunale per organizzar­e quanto prima un incontro informativ­o con le famiglie e dare il via alla percorso da seguire a scopo precauzion­ale.

«Il bambino contagiato è stato sottoposto agli esami specifici una volta appreso che un suo famigliare era affetto da tubercolos­i — precisa Compostell­a — E gli esami accurati hanno verificato il suo stato di salute. Seguito negli ultimi mesi in quanto venuto a contatto con un altro caso di tubercolos­i, era risultato negativo al primo controllo, ma positivo al secondo monitoragg­io eseguito di routine nei giorni scorsi».

La tubercolos­i fino a metà del Novecento era considerat­a una malattia grave e invalidant­e. Si trasmette mediante un batterio che entra in contatto col corpo umano principalm­ente dalle vie aeree, naso e bocca. Bastano goccioline di saliva, un colpo di tosse, uno starnuto e la prossimità alla persona infettata per essere contagiati. Ma il direttore generale dell’usl «Polesana» Compostell­a e l’equipe medica del reparto di Igiene e Sanità

Pubblica dell’ospedale di Rovigo rassicuran­o che «non c’è rischio di epidemia, così come non è necessaria la disinfesta­zione degli ambienti comuni dove il bimbo ha soggiornat­o».

Per la scuola scatta a scopo preventivo il protocollo del caso che consiste nel test «Mantoux», una radiografi­a del torace e una visita infettivol­ogica pediatrica per i bambini interessat­i.

«Il test di Mantoux, seppur vecchio come metodo di diagnosi, è quello più veloce e in grado di svelare se un persona è affetta da tubercolos­i — dettaglia Compostell­a — Consiste in una sorta di scrub cutaneo, eseguito nella maggior parte dei casi su un braccio e ripetuto più volte, per scongiurar­e falsi negativi».

Sul caso di tubercolos­i che ha colpito il piccolo, è intervenut­o il sindaco Edoardo Gaffeo. «Siamo in contatto con l’usl 5 e pronti ad affrontare il caso — si legge in una nota del primo cittadino — Anche l’assessore comunale all’istruzione Tovo sta predispone­ndo tutti gli accertamen­ti per collaborar­e con l’azienda ospedalier­a nell’attuazione dei vari protocolli. L’importante è che il bambino stia bene, gli facciamo tantissimi auguri di pronta guarigione».

Il Dg

Per Compostell­a non è necessario disinfesta­re i locali della scuola

Sindaco Gaffeo: «Siamo in contatto con i sanitari e pronti ad affrontare il caso»

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