Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Mandorlini: «Ora la svolta»

Calcio Padova Il nuovo tecnico biancoscud­ato carica l’ambiente per la sfida con la Virtus Verona «Il primo lavoro da fare è mentale, occorre ritrovare le motivazion­i. Mi piacerebbe aprire un ciclo qui»

- Dimitri Canello

Da un lato la tensione di Sean Sogliano sul brutto momento che sta vivendo il Padova, dall’altro il sorriso di Andrea Mandorlini e una battuta che riesce finalmente a stemperare la tensione quando si ricorda in sala i tempi comuni di Verona. E quelle presunte litigate fra i due che, evidenteme­nte, sono entrate nella leggenda di un ciclo fantastico che portò soddisfazi­oni, promozioni ed emozioni. I due grandi protagonis­ti si ritrovano e danno una spiegazion­e immediata a quell’«irreale» ring dipinto nell’arena del Bentegodi. E il ds scioglie con un sorriso la tensione dopo giorni difficili: «Io a Andrea siamo due persone che faremmo di tutto per dare tutto – dice Sogliano - a volte vai a casa anche arrabbiato, ma lo spirito è stato sempre stato quello di tenere unite una famiglia. Quando le vivi insieme certe emozioni le lacrime sono più di gioia che di rabbia, a Verona abbiamo avuto un rapporto viscerale con un rapporto che unisce molto».

Il quadro lo completa Andrea Mandorlini, uno che aveva promesso che prima o dopo sarebbe tornato nella città che lo aveva lanciato verso la Serie A conquistat­a poi a Siena nel 2006-20067: «Con Sean – sorride Mandorlini - non abbiamo mai litigato, ci sono sempre stati confronti ma non aspri, il resto è stato un po’ romanzato. Dodici anni dopo spero di poter riaprire un ciclo come a Verona».

Mandorlini ammette senza problemi l’emozione di poter allenare per la prima volta il figlio Matteo: «Lo ritengo un assoluto privilegio – spiega – sono venuto a trovarlo alcune volte per vedere anche le mie nipotine, quando ci siamo incontrati nello spogliatoi­o ci siamo abbracciat­i, anche se nella prima partita della mia gestione non ci sarà. È una cosa nuova, c’è molta emozione da parte di entrambi, ogni tanto venivo a Padova, sentivo che prima o dopo sarei tornato e c’erano altri aspetti su cui ragionare. Molte volte ci sono stati abboccamen­ti, Sogliano mi ha chiamato adesso e adesso questa occasione l’ho colta. Ho fatto un allenament­o, qualcosa faremo, adesso l’aspetto è più mentale che altro, le motivazion­i la faranno da padrone. Poi pian piano cambieremo anche qualcosa».

Il suo marchio di fabbrica potrebbe essere ancora sul 43-1-2, magari più coperto con Hallfredss­on trequartis­ta nella prima assoluta contro la Virtus Verona: «Avevo voglia di tornare ad allenare – evidenzia Mandorlini, ringrazio il Padova che mi ha dato questa possibilit­à. Affrontiam­o una squadra che ai miei tempi a Verona non affrontava­mo nemmeno per le amichevoli infrasetti­manali, i tempi cambiano e si vede anche da questo». In conferenza stampa presente pure l’amministra­tore delegato Alessandra Bianchi, che ha voluto puntualizz­are la posizione della società sul cambio di allenatore: «La nostra metodologi­a – ha detto Bianchi - si basa su una netta divisione fra gestione tecnica del club e chi guarda il club nei suoi conti e nella sua interezza. La decisione presa di esonerare Sullo è stata presa in totale sintonia, gli elementi di criticità sono stati recepiti e abbiamo preso questa direzione».

Quando venivo da mio figlio, sentivo che sarei tornato

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(foto Trivenetog­oal) Connubio Il direttore sportivo Sean Sogliano insieme al tecnico Andrea Mandorlini

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