Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Veneto e Giro, abbraccio infinito «Avete il record di candidature»
Verona, presentate le tre tappe venete: «Tifo incredibile»
«Intorno al consueto record di candidature che arrivano dal Veneto, almeno una ventina ogni anno, potremmo costruire un Giro intero…». Il direttore del Giro d’italia, Mauro Vegni, e il governatore Luca Zaia hanno presentato ieri a Verona le tre tappe venete del 2020.
«Intorno al consueto record di candidature che arrivano dal Veneto, almeno una ventina ogni anno, potremmo costruire un Giro intero…». Direttore del Giro d’italia, Mauro Vegni parla per esperienza. Le candidature giungono direttamente a lui. Ogni anno. Con le tappe numero 13, 14 e 15 del prossimo Giro, quello in programma dal 9 al 31 maggio, il Veneto offre le sue strade al più grande rito italiano della bicicletta per la quattordicesima volta di fila, secondo un feeling radicato negli albori della carovana rosa. E fa salire a 289 le sue presenze nella storia della corsa, se parliamo di partenze o arrivi di tappa: la Cerviamonselice (Padova) del 22 maggio, la cronometro Conegliano-valdobbiadene (Treviso) del 23, la tappa di montagna da Bassano Vicenza) a Madonna di Campiglio del 27, in tutto una trentina di paesi toccati e un pubblico di centinaia di migliaia di spettatori.
Presentati ieri nella cornice di Cosmo Bike, la fiera della bicicletta a Verona — proprio la città scaligera l’anno scorso era teatro della tappa finale con l’arena — i passaggi veneti del Giro riportano i riflettori su «una delle regioni ciclistiche più importanti d’italia», come ricordavano Vegni e Paolo Bellino, dg di Rcs Sport, di fatto «una regione da oltre 18 mila tesserati e circa 450 società sportive», come da sintesi del governatore Zaia (si pensi che 228 Comuni su 571 del Veneto ospitano un’associazione affiliata alla Federazione Cicistica Italiana). Un bacino d’utenza, sì, ma anche un distretto economico. Tra marchi storici per telai, selle, componenti, abbigliamento (da Pinarello a Bottecchia, da Selle Italia a Campagnolo fino a Manifattura Valcismon, giusto per citarne alcuni) il Veneto è il terzo mercato regionale d’italia della bicicletta, in tutto un valore generato di 883 milioni, giusto dietro Emilia Romagna (887 milioni) e Lombardia (977), che sono poi le uniche regioni a precedere il Veneto per chilometri di piste ciclabili (538.9 km, nel nostro caso). Ecco allora il rinnovarsi di una sorta di abbraccio, collettivo, perché come ricordava ieri anche il grande Gianni Bugno,
” Bellino Potremmo dire che non può esserci il Giro senza il Veneto, per la bici è una delle regioni più importanti d’italia
ultimo a vincere il Giro indossando la maglia rosa dall’inizio alla fine, «il Veneto esprime un tifo incredibile per chi pedala». A quel tifo si prepara, per esempio, il comune padovano di Monselice, che per la prima volta accoglierà un arrivo di tappa. Spiega il sindaco, Giorgia Bedin: «Sono il primo sindaco donna di Monselice ed è un orgoglio poter ospitare l’epilogo di una tappa del Giro, dietro c’è l’impegno economico e umano di tutta la comunità, penso ai volontari dei gruppi ciclistici che animano il comitato organizzatore. Trasmesso in quasi 200 Paesi, il Giro metterà in vetrina le nostre bellezze, dal castello all’antica pieve di Santa Giustina». Così, invece, il primo cittadino di Conegliano, Fabio Chies: «Impossibile stimare quante persone scenderanno in strada. La macchina organizzativa è già in moto. Dal luglio 2019 le colline del Prosecco sono patrimonio Unesco e la cronometro da Conegliano a Valdobbiadene racconterà una grande storia culturale». Parola di Bellino: «Il Veneto è un pezzo fondamentale del Giro, che lungo il suo snodarsi incontra dieci milioni d’italiani. Potremmo dire che non può esserci il Giro senza il Veneto. Siamo un evento internazionale, ci saranno 198 Paesi collegati da tutto il mondo, passare di qui significa ancora una volta mettere in vetrina una terra». Terra che al ciclismo continua a fornire energie vitali. E simboli. Come la Coppa, destinata al vincitore, sempre firmata da Luca Penello, artigiano di Vigodarzere (Padova) timoniere della ditta di famiglia specializzata in trofei sportivi.