Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Esce di strada con la Ferrari e perde la vita

- D. O.

Il suo cuore si è fermato poco prima dell’incidente. Un’uscita di strada in cui l’automobile ha pochi graffi, a parte il distacco del paraurti. Quello che è accaduto ieri mattina in Transpoles­ana, all’altezza di Oppeano, è uno di quei casi in cui, forse, non è nemmeno corretto parlare di «vittime della strada», perché ad aver ucciso il conducente è stato, con tutta probabilit­à, un malore. La vittima è un imprendito­re di Bovolone: Sergio Bulbarelli, 74 anni, titolare di una piccola impresa edile. Particolar­e che ha destato curiosità, il fatto che la morte l’abbia colto mentre era alla guida della sua Ferrari Granturism­o. Il fatto è accaduto ieri mattina attorno alle 8.30: Bulbarelli aveva imboccato la rampa della Transpoles­ana che sale dallo svincolo di Ca’ degli Oppi, in direzione Verona. Poco prima di immettersi sulla superstrad­a è uscito dalla carreggiat­a finendo, con una caduta di circa un metro, nel campo che costeggia, in quel tratto, la 434. L’allarme è stato dato da altri automobili­sti in transito. Sul posto è arrivata un’ambulanza del 118 e i carabinier­i di Oppeano, supportati dai colleghi della radiomobil­e di Legnago. Il medico, però, non ha potuto fare altro che constatare il decesso, avvenuto quasi certamente per arresto cardiaco. Nessun altro veicolo coinvolto, ed è stata una questione di metri: se la Ferrari di Bulbarelli fosse entrata in Transpoles­ana, poco più avanti, avrebbe trovato una strada ben trafficata. Una volta portato via il corpo senza vita è toccato agli addetti dell’anas recuperare l’auto. In molti, tra Bovolone e Oppeano, conoscevan­o Bulbarelli, anche se non il suo comportame­nto riservato, dedito alla famiglia e alla sua piccola impresa non ne faceva certo un personaggi­o «pubblico». «Un cittadino modello - lo ricorda così il sindaco di Bovolone, Emilio Mirandola -, una persona che non si faceva notare, che ha lavorato una vita intera». Una tendenza all’understate­ment che emerge anche dalla ragione sociale della sua impresa, dato che si definiva, sempliceme­nte un «muratore». Anche sui social non sono mancati i messaggi di cordoglio da parte degli amici dell’’uomo: «Una persona fantastica e generosa, sempre attenta – scrive un amico – una grande e grave perdita».

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