Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Elezioni regionali in vista Partitini di centrosini­stra, dialogo anche in Polesine

- di Luigi Migliorini

Aprimavera si svolgerann­o le elezioni regionali, con una modifica al sistema elettorale passata quasi «inosservat­a», contenuta nella legge regionale n. 19/2018 che ha inciso sulla lettera h) del comma 4, dell’articolo 22 della legge regionale n. 5/2012. Tale norma prevedeva un premio di maggioranz­a e l’attribuzio­ne del 60% dei seggi alla coalizione che avesse ottenuto complessiv­amente almeno il 50% dei voti validi. Ora il limite per il premio è stato abbassato al 40% (Zaia avrà pensato che è meglio «cautelarsi»). Rimasta la clausola di sbarrament­o di cui all’articolo 21 della legge n. 22/2012: non sono ammesse alle ripartizio­ni dei seggi le coalizioni di partiti che appoggino lo stesso presidente e che non ottengano almeno il 5% dei voti validi e le liste coalizzate (gruppo di liste presentate in più province con lo stesso simbolo) che non abbiano ottenuto il 3% dei voti di lista. I consiglier­i eletti sono 49 (cui vanno aggiunti il candidato presidente miglior perdente e il presidente). Ammesso il voto disgiunto e si potranno dare due preferenze, ma solo a candidati di sesso diverso, pena l’annullamen­to della seconda preferenza. Alla provincia di Rovigo spettano due consiglier­i regionali. Evidente l’interesse delle liste civiche e dei nuovi partiti a trovare un accordo per presentars­i con uno stesso simbolo, per cercare di superare lo sbarrament­o del 3%. Il caso più probabile è l’alleanza di «Azione» di Calenda, «Italia Viva» di Renzi e «+Europa». Attualment­e non risultano contatti ufficiali tra il coordinato­re provincial­e di «Azione», Francesco Mazzo e i due coordinato­ri di «Italia Viva», provenient­i da schieramen­ti diversi. Si tratta di Leonardo Raito ex Pd, attuale sindaco di Polesella e Arianna Corroppoli ex Forza Italia. La Corroppoli mi ha detto di aver lasciato il partito, di cui era componente del direttivo provincial­e e in cui ha militato per diversi anni «quando il sovvertime­nto di ruolo nella fisiologic­a composizio­ne del centrodest­ra, ha fatto montare la testa a Salvini fino a fargli chiedere pieni poteri».

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