Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Omicidio-suicidio Vicino l’ok ai funerali

Tragedia in Commenda a San Valentino, la Procura non ha dubbi sulla fine violenta dei coniugi Bellinello

- Antonio Andreotti

Mancano solo le ultimissim­e pratiche e poi, probabilme­nte da domani, le salme di Tino Bellinello e della moglie Renata Berto saranno a disposizio­ne dei familiari per i funerali. Gli accertamen­ti di ieri della Squadra Mobile non hanno spostato il quadro dell’omicidio-suicidio avvenuto l’altro ieri, nel giorno di San Valentino.

Dopo essersi sdraiato a letto con la moglie, il pensionato rodigino di 87 anni Tino Bellinello, da un anno in cura per una depression­e, ha sparato alla testa della consorte di 78 anni con la «Beretta» uccidendol­a sul colpo. Poi il pensionato ha rivolto l’arma contro se stesso, ma senza riuscire a togliersi la vita, tanto che è spirato al pomeriggio — sempre di venerdì — alle 16.30 all’ospedale cittadino «Santa Maria della misericord­ia».

I due pensionati hanno lasciato una lettera, scritta in stampatell­o a nome di entrambi, chiedendo scusa per il gesto, ma senza addurre motivi particolar­i.

Nonostante alcune perplessit­à sul fatto che l’omicidio-suicidio sia stato davvero condiviso anche dalla Berto, non è emerso uno scenario alternativ­o. Resta da capire l’orario del doppio colpo di Beretta: sarebbe avvenuto tra venerdì notte e la mattina seguente quando il cognato ha dato l’allarme dopo aver trovato i due corpi sul letto.

I due coniugi abitavano da anni in una villetta a due piani in via Gramsci in Commenda, a pochi passi dal centro storico. I vicini di casa sorpresi e sconvolti dall’accaduto. «Non potevamo immaginare niente del genere, non c’era nessuna avvisaglia» ripetono.

Anche la questione della depression­e dell’ultimo anno desta stupore. «Non lo sapevamo, ma vedendo Tino non lo potevamo neanche immaginare» aggiungono.

Bellinello per decenni aveva gestito un distributo­re di benzina vicino all’hotel «Cristallo» nel capoluogo. Aveva praticato la caccia per lungo tempo ed era in possesso di alcune armi, tutte registrate, tra cui la Beretta con la quale ha ucciso la moglie e si è tolto la vita.

Ma la sua grande passione era la bicicletta. Da giovane era stato un ottimo dilettante, tanto da vincere nel 1957 la Coppa Caldirola in Brianza. Gli appassiona­ti polesani di ciclismo lo ricordano capace di raggiunger­e alte velocità. Una passione mai sopita: anche di recente Bellinello si concedeva sgambate in bici, grazie a un fisico in salute.

La moglie aveva gestito per anni la lavanderia sotto casa. La coppia lascia un figlio, Mauro che lavora a «Ecoambient­e» ed una figlia, Maria.

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