Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Omicidio-suicidio Vicino l’ok ai funerali
Tragedia in Commenda a San Valentino, la Procura non ha dubbi sulla fine violenta dei coniugi Bellinello
Mancano solo le ultimissime pratiche e poi, probabilmente da domani, le salme di Tino Bellinello e della moglie Renata Berto saranno a disposizione dei familiari per i funerali. Gli accertamenti di ieri della Squadra Mobile non hanno spostato il quadro dell’omicidio-suicidio avvenuto l’altro ieri, nel giorno di San Valentino.
Dopo essersi sdraiato a letto con la moglie, il pensionato rodigino di 87 anni Tino Bellinello, da un anno in cura per una depressione, ha sparato alla testa della consorte di 78 anni con la «Beretta» uccidendola sul colpo. Poi il pensionato ha rivolto l’arma contro se stesso, ma senza riuscire a togliersi la vita, tanto che è spirato al pomeriggio — sempre di venerdì — alle 16.30 all’ospedale cittadino «Santa Maria della misericordia».
I due pensionati hanno lasciato una lettera, scritta in stampatello a nome di entrambi, chiedendo scusa per il gesto, ma senza addurre motivi particolari.
Nonostante alcune perplessità sul fatto che l’omicidio-suicidio sia stato davvero condiviso anche dalla Berto, non è emerso uno scenario alternativo. Resta da capire l’orario del doppio colpo di Beretta: sarebbe avvenuto tra venerdì notte e la mattina seguente quando il cognato ha dato l’allarme dopo aver trovato i due corpi sul letto.
I due coniugi abitavano da anni in una villetta a due piani in via Gramsci in Commenda, a pochi passi dal centro storico. I vicini di casa sorpresi e sconvolti dall’accaduto. «Non potevamo immaginare niente del genere, non c’era nessuna avvisaglia» ripetono.
Anche la questione della depressione dell’ultimo anno desta stupore. «Non lo sapevamo, ma vedendo Tino non lo potevamo neanche immaginare» aggiungono.
Bellinello per decenni aveva gestito un distributore di benzina vicino all’hotel «Cristallo» nel capoluogo. Aveva praticato la caccia per lungo tempo ed era in possesso di alcune armi, tutte registrate, tra cui la Beretta con la quale ha ucciso la moglie e si è tolto la vita.
Ma la sua grande passione era la bicicletta. Da giovane era stato un ottimo dilettante, tanto da vincere nel 1957 la Coppa Caldirola in Brianza. Gli appassionati polesani di ciclismo lo ricordano capace di raggiungere alte velocità. Una passione mai sopita: anche di recente Bellinello si concedeva sgambate in bici, grazie a un fisico in salute.
La moglie aveva gestito per anni la lavanderia sotto casa. La coppia lascia un figlio, Mauro che lavora a «Ecoambiente» ed una figlia, Maria.