Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Abusi in seminario, slitta la denuncia del prof Ma i fedeli difendono i preti: «Accuse assurde»

Il docente che attacca i due sacerdoti: «Presenterò l’esposto allegando le minacce» Il parroco di San Martino annuncia querele e San Donà si schiera con don Carnio

- Andrea Rossi Tonon Milvana Citter

Un sorriso gentile, un cenno con la testa e una mano tesa. In un attimo e senza proferire parola don Paolo Carnio racconta molto di sé e del momento che sta attraversa­ndo. Di fronte alle pesanti accuse di Gianbruno Cecchin, 49enne professore di filosofia, il parroco del duomo di San Donà di Piave reagisce con serenità ma fermezza. In una lettera inviata a Papa Francesco, al vescovo di Treviso Michele Tomasi e ai suoi predecesso­ri, Cecchin sostiene di aver subito abusi da parte di don Carnio e di un altro sacerdote, don Livio Buso, 64enne parroco di San Martino di Lupari. Il professore di Galliera Veneta, nel Padovano, scrive che le violenze sarebbero avvenute tra il 1990 e il 1991, quando frequentav­a il seminario di Treviso. Successiva­mente, sostiene sempre Cecchin, persone vicine ai due parroci lo avrebbero minacciato qualora avesse raccontato i presunti abusi.

Un orrore Cecchin non avrebbe mai trovato la forza di raccontare. Ora però il professore ha annunciato di voler depositare in Procura di Treviso un atto d’accusa ufficiale accompagna­to dalle prove di queste minacce. A ieri però sulla scrivania del procurator­e Michele Dalla Costa non era ancora arrivato nulla. Se dovesse essere depositata una denuncia («lo farò, allegando le minacce ricevute» assicura il docente), verrà avviata un’indagine che passerà al vaglio del gip. Tuttavia dopo 30 anni l’indagine potrebbe non fare molta strada. Di fronte alle accuse i due parroci hanno ribadito la propria estraneità. Don Buso lo ha fatto anche domenica dal pulpito dopo l’eucarestia, parlando di «accuse prive di fondamento» e annunciand­o «un esposto per calunnia e diffamazio­ne». Don Carnio lo avrebbe fatto invece in privato, sfogandosi con i responsabi­li di alcune associazio­ni di volontaria­to a margine di una seduta del consiglio pastorale. Chi sta vicino al parroco del duomo di San Donà assicura che l’attacco lo avrebbe toccato nel profondo. «C’è tanta gente che sta soffrendo - dice il sindaco di San Donà Andrea Cereser -. Don Paolo, con cui mi sono sentito al telefono, si è guadagnato il rispetto e l’affetto della comunità e farei veramente fatica a credere a tale circostanz­a». Intorno al parroco del duomo si è stretta gran parte della comunità sandonates­e, allibita. «Adesso lo attaccano? In questo modo e dopo 30 anni? Non so di cosa possa andare in cerca questo signore» si domanda una fedele. «Per carità, non sarebbe la prima volta che si sente una storia del genere, anche in Vaticano – prosegue il signor Zottino -. Però in questo caso non parliamo di un bambino ma di un ragazzo di 19 anni, che sa quello che fa».

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